Sanità e infrastrutture, un miliardo di investimenti nella sola provincia di Palermo. Sono i dati forniti da Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute, nel corso della puntata di Casa Minutella. “Noi siamo riusciti a fare qualcosa di importante. Alcuni giorni fa è stato mandato in gara il progetto del nuovo ospedale Cervello di Palermo che prevede un investimento di 240 milioni di euro. Fra qualche settimana ci verrà consegnato dallo studio dell’architetto Renzo Piano il progetto esecutivo di Ismett 2 a Carini. Il Policlinico sta presentando la scheda finale per finanziare il suo nuovo sito a Palermo. A Siracusa, dopo 30 anni, stanno iniziando gli espropri dei terreni per il nuovo ospedale. Mentre a Ragusa è stato aperto un nuovo ospedale e si sta concludendo il concorso di progettazione della seconda realizzazione. Fino ad oggi abbiamo speso alcune centinaia di milioni di euro e solo sulla città di Palermo abbiamo programmato quasi un miliardo di euro di investimenti in edilizia sanitaria. Alcune cose le vedremo, alcune le abbiamo viste come i pronto soccorso” ha detto Razza.
Mai più cattedrali nel deserto
Di fronte a questo investimento così impegnativo, resta il rebus tempi di consegna. Per scongiurare che quelle strutture restino nel cassetto dei sogni o, peggio, si trasformino nelle ennesime cattedrali nel deserto. Quanto tempo occorre per vedere aperte queste nuove strutture? “Sono la persona che ne ha aperti già cinque – spiega l’assessore – mentre tutti erano convinti che sarebbero rimasti come delle cattedrali nel deserto. Secondo molti, quei sarebbero rimasti chiusi e invece ne abbiamo già aperto 5. Sono convinto che con il cronoprogramma che abbiamo realizzato, nei prossimi cinque anni si potranno davvero vedere i risultati. Forse ho il torto di non essere un medico che guida la sanità, mi ritengo un discreto avvocato che quindi ha lavorato molto sulle procedure. Forse ho dato un valore aggiunto” Cinque anni sono un tempo congruo per una grande infrastruttura. Se mi consentite, questa programmazione dà anche l’idea che c’è una classe politica che non pensa al taglio del nastro ma che pensa anche a lasciare delle cose concrete”.
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