Il progetto di educazione sessuale nelle scuole secondarie, sostenuto da quasi l’80% degli studenti, non troverà una realizzazione stabile. I 500 mila euro previsti nella Legge di Bilancio 2025 per promuovere la salute sessuale e affettiva verranno utilizzati prioritariamente per formare i docenti sulle tematiche relative all’infertilità. 

Ad annunciare il cambio di rotta è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, durante una seduta alla Camera l’8 gennaio. Rispondendo a un’interrogazione della Lega, Ciriani ha spiegato che i fondi saranno destinati soprattutto alla formazione degli insegnanti su fertilità maschile e femminile, con un focus sulla prevenzione dell’infertilità. 

Il ministro ha aggiunto che l’importo stanziato non sarebbe, comunque, stato sufficiente per iniziative più ampie. La notizia è stata favorevolmente accolta dalla Lega. Di tutt’altro avviso rispetto alla posizione della Lega, invece, l’opposizione che ha espresso forte disapprovazione per il cambiamento nella destinazione dei fondi.

Educazione sessuale nell’istituto Ernesto Ascione di Palermo

L’educazione sessuale nelle scuole è importante perché i ragazzi possano sviluppare una maggiore consapevolezza nella sfera psicorelazionale e sessuale. Nella fase adolescenziale servirebbe affrontare tale argomento perché permette di acquisire utili informazioni che molto spesso non vengono trattate adeguatamente in ambito familiare, per imbarazzo, ignoranza o pregiudizio. 

Nell’istituto superiore Ernesto Ascione di Palermo è stato approvato un progetto relativo all’educazione alla salute e alla sessualità, “Conosci il consultorio e conosci il tuo corpo” con la collaborazione del Consultorio familiare di “Borgo Nuovo” a cura docente del corso di laurea in Ostetricia dell’Università di Palermo, Carolina Madonia, rivolto alle classi prime.

La parola all’esperta

Madonia sottolinea l’importanza di introdurre l’educazione sessuale fin dalla scuola primaria, in modo graduale e adatto all’età degli studenti, per accompagnarli nello sviluppo e nella comprensione del proprio corpo e delle relazioni affettive. Ritiene che questo compito debba essere affidato a professionisti esterni, formati e competenti, piuttosto che ai docenti, che spesso non hanno la preparazione adeguata. 

Durante i progetti svolti nelle scuole, ha notato interesse da parte degli studenti, anche se non tutti sono sempre pienamente attenti e partecipi. Madonia pensa che sia fondamentale coinvolgere anche le famiglie, poiché spesso i genitori, pur trattando temi legati alla sessualità, non sono sufficientemente preparati ad affrontare questi argomenti con i figli. L’esperta afferma che anche chi è più riservato dovrebbe partecipare a queste attività, per superare eventuali tabù. 

È fondamentale avvalersi di un linguaggio scientifico (utilizzando, per esempio, termini come “pene” o “vagina”) perché aiuta a normalizzare il tema. Inoltre l’educazione sessuale dovrebbe essere affrontata in modo aperto e giocoso per facilitare il dialogo e il coinvolgimento. Infine, Madonia evidenzia come molti giovani si sentano più a loro agio a parlare di questi argomenti a scuola, con esperti e coetanei, piuttosto che in famiglia. Questo conferma l’utilità di offrire spazi sicuri e competenti per l’educazione sessuale.

La voce degli studenti

Alcuni studenti delle classi prime dell’Istituto “E. Ascione” hanno raccontato che durante il progetto “Conosci il consultorio e conosci il tuo corpo” si è parlato di educazione sessuale, dei rischi connessi alla sessualità e dell’importanza delle precauzioni. Si sono sentiti abbastanza coinvolti grazie all’approccio socievole e accogliente delle educatrici, trovando l’esperienza molto interessante e utile, soprattutto per le nuove informazioni apprese. 

Gli studenti, inoltre, suggeriscono di introdurre delle ore settimanali di educazione sessuale da svolgere anche con i propri docenti, pur riconoscendo che degli specialisti sarebbero probabilmente più adatti a trattare certi argomenti. Ritengono importante che la scuola ascolti il parere degli studenti, poiché ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione. Infine, affermano che si sentirebbero più invogliati a parlare di questi temi a scuola piuttosto che a casa con i genitori.

Francesco Casisa
Alberto Inguaggiato
Salvatore Inzerillo
Riccardo Lo Iacono
Vincenzo Sciortino

 

 

 

 

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