La tempesta che si è abbattuta sugli aeroporti della Sicilia orientale, dopo la frenata di Ryanair, è destinata a prolungarsi ancora. Anzi, secondo il deputato regionale del Pd, Nello Dipasquale, si trasformerà in diluvio, fino all’estrema conseguenza: la chiusura dell’aeroporto di Comiso.

Eppure, appena 24 ore fa, Aeroitalia, la compagnia che ha preso il posto di Ryanair, ha annunciato nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso preso parte i manager di Sac, gestore dello scalo Pio La Torre,  che dal 15 maggio saranno avviati i collegamenti con Roma, Milano-Bergamo e Bologna-Forlì.

“Solo 3 tratte, così Comiso chiude”

“In Sicilia, non occorre mettere pezze, come sta facendo – dice a BlogSicilia il parlamentare regionale del Pd, Nello Dipasquale – il presidente della Regione, Renato Schifani, perché il nuovo corso di Aeroitalia produrrà solo 3 collegamenti. Già erano pochi ai tempi di Ryanair, quando c’erano 8 collegamenti, adesso l’offerta si è impoverita. Forse, arriveremo a 4, al massimo 5, con la continuità territoriale, ma parliamo di numeri non importanti. In questo modo, l‘aeroporto di Comiso è destinato a morire“.

La differenza con Trapani

Il deputato regionale confronta il traffico di Comiso con un altro aeroporto, cosiddetto intermedio, quello di Trapani. “Trapani ha 24 corse – afferma il deputato d’opposizione – Comiso, in riferimento al periodo in cui c’era Ryanair, ne aveva solo un terzo, 8 in tutto. Ora che ce ne sono tre, come potrebbe essere competitivo? Non lo era prima, figurarsi adesso”.

A rischio anche Pantelleria e Lampedusa

Per Dipasquale, a rischiare non è solo il Pio La Torre di Comiso ma anche altri scali minori, come Lampedusa e Pantelleria, incapaci, da soli, di reggere. “Gli aeroporti intermedi sono destinati a chiudere senza il sostegno del pubblico. Non c’è stata – afferma Dipasquale – una strategia sugli aeroporti minori, tranne qualche sporadico intervento.  O si mette su una strategia complessiva che riguardi gli aeroporti minori, che sono Lampedusa, Pantelleria, Trapani e Comiso, altrimenti la prospettiva è la chiusura”.

Il tesoretto di 6 milioni per Comiso bruciato

Eppure il sostegno pubblico a Comiso c’è stato, a partire dal 2016 ma di quel tesoretto di circa 6 milioni di euro non c’è traccia. “L’ultimo finanziamento – dice a BlogSicilia il deputato regionale del Pd, Nello Dipasquale – che Comiso ha ricevuto per le tratte è risalente al 2016, grazie ad un mio intervento, nel periodo della giunta Crocetta. Di quei 6 milioni, se ne sono persi 3, in quanto non si è riusciti negli anni successivi al 2016 ad impegnare le risorse, 2,7 sono serviti per la ricapitalizzazione. L’altro finanziamento, di 2,5 milione di euro, stanziato per il progetto esecutivo del cargo: ad oggi, a distanza di 5 anni, non abbiamo alcun riscontro”