Una vasta operazione anticaporalato è stata condotta in tutta Italia con provvedimenti che riguardano anche alcune zone della Sicilia.

Nel Ragusano, in particolare la squadra mobile, con l’ausilio della polizia stradale e dei Commissariati di Modica e Vittoria, ha arrestato tre imprenditori e denunciato altri nove per sfruttamento dei braccianti agricoli.

Secondo quanto ricostruito dagli agenti due degli arrestati avrebbero minacciato di licenziare i lavoratori se avessero riferito alle forze dell’ordine le reali condizioni di impiego: “Dovete dire che prendete 50 euro per 8 ore di lavoro, altrimenti vi licenzio”, avrebbe detto uno degli uomini finiti in manette.

I braccianti avrebbero riferito di guadagnare 25 euro al giorno per otto ore, cioè circa tre euro l’ora, ma in altri casi sarebbe emerso che la paga era di 35 euro per 10-12 ore,  insomma sempre 3 l’ora.

In alcuni casi i dipendenti vivevano in condizioni degradanti, l’inchiesta infatti nasce da un controllo di routine della polizia stradale che ha scoperto, occultati da un telone, tredici lavoratori all’interno del vano di carico di un autoarticolato.

Durante i controlli in un’azienda di Ragusa, ad esempio, sono stati scoperti gravissime condizioni di degrado con i magazzini trasformati in abitazioni senza alcuna idoneità alloggiativa, così come certificato dall’ASP  che ha partecipato alle verifiche assieme al personale del Corpo Forestale, dell’INPS, dell’Ispettorato territoriale del Lavoro, dell’ASP di Ragusa e dei comandi delle polizie locali.

Complessivamente sono state controllate dodici aziende nei territori di Ragusa, Ispica, Vittoria, Acate e Santa Croce Camerina. 126 braccianti agricoli identificati (17 rumeni di cui 12 donne, 41 centro-africani di cui 2 donne, 11 albanesi, 15 bengalesi, 10 pakistani, 5 indiani e 27 italiani).

Da segnalare anche due aziende, un’impresa di Ispica ed una di Santa Croce Camerina, che rispettavano alla lettera le prescrizioni. I controlli sono stati effettuati dal 17 al 21 luglio.