I giudici della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti presieduta da Luciana Savagnone, (Giuseppe Colavecchio, giudice, Adriana Parlato, giudice relatore) hanno condannato Silvio Galizia a risarcire l’azienda sanitaria di Ragusa di 131 mila euro pari agli stipendi versati al dipendente che sarebbe stato assunto in assenza di titoli che ne avrebbero legittimato la mobilità da altro ente.

Galizia, come ricostruito dal procuratore della Corte dei Conti aveva prestato servizio a tempo determinato presso l’assessorato regionale alla Famiglia e aveva prestato la propria attività presso l’Azienda Socio Sanitaria di “Busacca”.

Poi aveva partecipato ad una procedura di selezione di progressione verticale, conseguente a una precedente rimodulazione ampliativa della pianta organica, indetta dallo stesso ente. In seguito, grazie all’inquadramento ottenuto, era transitato, mediante una procedura di mobilità intercompartimentale, nei ruoli dell’azienda ospedaliera Civile M.P. Arezzo di Ragusa, con cui, in data 14 luglio 2009, aveva stipulato un contratto individuale di lavoro.

L’azienda il 9 gennaio del 2013 chiedeva al dipendente, imputato presso Tribunale Penale di Ragusa nel procedimento relativo ad un’ipotesi di reato riguardante l’assunzione a tempo indeterminato presso l’amministrazione di provenienza, di fornire chiarimenti in ordine al reclutamento presso l’ente di assistenza, presupposto per la partecipazione alla procedura di mobilità che lo aveva fatto approdare nei ruoli dell’ente ospedaliero.

E’ scattata un’indagine interna che avrebbe accertato che Galizia non avrebbe potuto partecipare alla selezione interna indetta dall’A.S.S.A.P. di Scicli poiché non rientrava fra il personale a tempo indeterminato impiegato presso quell’ente.

Alla luce dell’indagine interna il commissario straordinario dell’Asp senza preavviso aveva risolto il rapporto di lavoro.

“Numerosi elementi inducono a ritenere – scrivono i giudici nella sentenza – che la pluralità di atti indicata sia stata un mezzo preordinatamente rivolto al conseguimento di un beneficio non spettante, consistente in uno stabile rapporto impiegatizio, ottenuto, dal Galizia e da altri correi senza averne titolo”. In base a quanto ricostruito dai giudici “non si trattò di una progressione ma dell’illegittima stabilizzazione di un soggetto che non era mai era stato assunto,  – proseguono i giudici – in assenza del superamento di un pubblico concorso”.