Sono 56 i casi di positività in città

Covid19, “ho visto ragazzi bere dalla stessa bottiglia, che sciocchezza” tuona il sindaco di Ragusa

“Ieri sera ho visto alcuni ragazzi, dall’aspetto appena maggiorenni, passarsi una bottiglia di birra, e bere tutti dalla stessa. In tempi di coronavirus, un’autentica sciocchezza”. Lo ha detto il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, che teme  una sottovalutazione del contagio, diffusosi nel capoluogo ibleo. Ed a tal proposito lo stesso primo cittadino fornisce un quadro della situazione, per nulla confortante.

“A Ragusa abbiamo 56 soggetti positivi per lo più asintomatici – dice il sindaco di Ragusa –  in isolamento domiciliare e 187 in quarantena fiduciaria, tutti monitorati dalla nostra Polizia municipale a cui, in questi giorni di maggiori controlli, spetta anche questo compito. Ad essi si aggiungono 9 ricoverati nel reparto di malattie infettive del Maria Paternò Arezzo, provenienti da diverse città, di cui 2 in terapia intensiva”.

“La città regge, è evidente, ma è altrettanto evidente che il virus – spiega il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì – non ha mai smesso di circolare e che certi comportamenti, come quello della bottiglia, possono avere effetti disastrosi. Un altro dato deve far riflettere: dei 56 positivi, 34 sono nati dopo il 2000. Spesso si tratta di giovani tornati da vacanze all’estero. Inutile dire che buona parte dei soggetti in isolamento sono loro parenti o conviventi”.

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Il sindaco bacchetta i comportamenti superficiali da parte della popolazione più giovane e lancia un appello perché vengano rispettate le misure anti Covid19. “Quello della promiscuità – piega il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì –  tra i giovani è un tema che affronteremo  insieme a tutti i dirigenti scolastici in vista della riapertura delle scuole. Si discuterà della data di avvio delle lezioni, prevista per il 14 settembre, e che la Regione consente di rinviare al 24 in quei plessi che ospiteranno le votazioni referendarie del 20 e 21, e delle prescrizioni ed accorgimenti da seguire. Servirà una decisa presa di coscienza dei ragazzi e delle famiglie, perché si adottino buone condotte oggi necessarie (mascherine, igiene, distanziamento).
Basta un po’ di sana attenzione”

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