Era il 29 novembre 2014 e il paese di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, viene scosso dalla scomparsa di un bambino. Di Loris Andrea Stival, 8 anni, non si hanno notizie: viene poi ritrovato morto nel pomeriggio nel canalone in contrada ‘Vecchio mulino’.

L’8 dicembre la Procura dispone il fermo di polizia per Veronica Panarello sospettata di essere l’assassina del figlio e di averne occultato il cadavere.

Il 12 dicembre il gip convalida il fermo. Veronica resta in carcere dopo che il tribunale del riesame prima (3 gennaio ) e la cassazione dopo (29 maggio) respinge la richiesta di reimmessione in libertà. La mamma di Loris che ha sempre sostenuto di avere portato il bambino a scuola, nel novembre del 2015 fa marcia indietro, inchiodata dalle ricostruzione degli investigatori che hanno visionato centinaia di ore di registrazione delle telecamere del paese. Dice ‘non l’ho accompagnato a scuola, ma non ricordo’.

A fine novembre un’altra versione, Loris è morto in un incidente. Si è strangolato da solo mentre giocava con le fascette.

A dicembre del 2015 inizia il processo con il rito abbreviato a Veronica Panarello con il rito condizionato alla perizia psichiatrica.

A febbraio 2015 salta fuori che la donna, in carcere da un mese, inizia ad accusare il suocero sostenendo che sarebbe stato lui ad accudire Loris dopo che il bambino aveva scoperto la relazione con il nonno.

Il 3 marzo Andrea Stival viene sentito nell’ambito dell’inchiesta per concorso in omicidio ma si professa innocente.

Nell’estate del 2016 l’esito della perizia psichiatrica parla di una personalità disarmonica di Veronica, ma in grado di intendere e volere.

Il 3 ottobre la requisitoria del pm e la richiesta di 30 anni di carcere per mamma Veronica.

Il 17 ottobre 2016 la sentenza in primo grado: Veronica condannata a 30 anni. Oggi le motivazioni della sentenza del Gup Andrea Reale. 

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