Le piccole imbarcazioni in legno viaggiavano con a bordo solo 25 migranti, quasi tutti di nazionalità siriana, disposti a pagare di più per non rischiare la vita.

Cinque volte di più di quanto pagato dai migranti che provengono dall’Africa centrale che invece hanno viaggiato sul gommone. Diminuiscono i metri del natante e diminuiscono le persone, ma questo non cambia il risultato: sono tutte cariche e mettono in pericolo di vita uomini, donne e bambini.

E’ quanto ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa che dopo lo sbarco di lunedì scorso a Pozzallo di 281 migranti (e il fermo di un primo ‘scafista’) hanno concluso le indagini e identificato altri tre ‘scafisti’: un tunisino, un senegalese e un gambiano.

Erano alla guida di due barchini carichi di migranti. Uno dei motori si è anche guastato quindi quello in funzione ha rimorchiato l’altro fino a quando non hanno visto arrivare una nave soccorritrice e quindi sono stati tutti tratti in salvo.

Nelle foto recuperate dalla polizia si vedono gli ‘scafisti’ sorridenti in posa per un selfie. 

 

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