E’ diventato un caso quello che vede protagonista un 43 di origine indiana accusato di avere tentato di rapire una bambina che era in spiaggia a Scoglitti, nel Ragusano, con la sua famiglia.

L’uomo, Ram Lubhaya, era stato arrestato poco dopo l’episodio e rimesso in libertà in attesa dell’udienza di convalida. Ieri l’indagato è stato nuovamente ritracciato dai carabinieri ed interrogato per ore nella caserma dei carabinieri di vittoria dove ha fornito la propria versione dei fatti, negando tutto e dichiarandosi estraneo all’accaduto. Poi è stato rimesso in libertà.

Stamani ha parlato l’avvocato Biagio Giudice, legale dell’indiano: “Il mio assistito ha risposto a tutte le domande del pm, ha fornito la propria versione dei fatti e si è proclamato innocente”.

L’avvocato ha inoltre spiegato che “il pm ha deciso di non applicare alcuna misura restrittiva della libertà perché non vi erano i presupposti di legge. Il fermo operato dai carabinieri non era stato convalidato dal pm e con l’interrogatorio di ieri sera si è chiusa questa prima fase – aggiunge il legale dell’indagato – In sede di processo cercheremo di dimostrare l’estraneità del mio assistito all’ipotesi di reato contestato”.

Intanto va avanti la polemica. Già in occasione del primo ritorno in libertà sono piovute critiche e il caso è stato oggetto di vari interventi da parte di esponenti politici. Il leader de La Destra, Francesco Storace, ha chiesto che si faccia chiarezza, mentre il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha annunciato un’interrogazione al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per ‘fare luce su quanto accade nel tribunale di Ragusa. E di oggi, infine, la presa di posizione del leghista e vice presidente del Senato, Roberto Calderoli che ha chiesto l’intervento del presidente della Repubblica, nella sua qualità di presidente del Csm.

Sulla vicenda il ministro Orlando ha fatto sapere di volere avviare accertamenti, così arriva anche la dichiarazione del procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia:”Se ho sentito bene oggi in tv, il ministro della Giustizia avrebbe annunciato di voler approfondire il caso sulla vicenda del tentato rapimento di una bimba di 5 anni. Rientra nei suoi poteri, ma avrei gradito una dichiarazione di solidarietà nei confronti di un magistrato che applica la legge e fatta segno di pesanti e volgari offese”.

Ma oggi, a NewsMediaset ha parlato anche la madre della bimba che ha dato la propria versione dei fatti: “Mi trovavo sul lungomare, a risalire le scale. La bambina – ricorda la donna – era già salita con mio marito. Un’amica mi ha fatto notare che la mia bimba era in braccio a uno straniero che la teneva molto stretta a sé, con il faccino quasi sotto la sua ascella, proprio bloccata a lui. La paura è stata tanta. Ieri siamo stati risentiti, speranzosi che questa persona venisse anche solo espulsa dall’Italia. Voglio solo dire che io vomito davanti alla legge italiana. Perché ho compreso che è stata applicata proprio la legge nei minimi particolari. Ci è stato detto che non ha concluso il reato: lo dovevamo perdere di vista per poter dire che si stava portando via la nostra bambina. Si è fermato perché noi l’abbiamo fermato”.

Il procuratore Petralia ha argomentato spiegando che “è una vicenda che abbiamo trattato secondo legge. Per i reati ipotizzati di tentativo di sequestro e sottrazione di minore non è possibile confermare il fermo eseguito dai militari e pertanto non è stata richiesta l’udienza di convalida al gip”.

“Resta il fatto inquietante – ha aggiunto il magistrato -, ma siamo in presenza di un indagato che non ha precedenti per reati specifici. L’attività condotta dalla collega Giulia Bisello è irreprensibile perché non c’erano spazi giuridici per agire per la custodia cautelare dell’indagato. È probabile, dopo gli interrogatori di ieri sera, che chiederemo il giudizio immediato”.