I carabinieri di Ragusa sono impegnati, dalle prime luci dell’alba, nell’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dalla direzione distrettuale antimafia di Catania, nei confronti di cinque persone, tutte ritenute responsabili di estorsione continuata in concorso aggravata dall’appartenenza ad associazione mafiosa nei confronti di un esercizio di ristorazione. Tre degli indagati risultano appartenenti alla “stidda” di Vittoria, l’organizzazione mafiosa parallela a Cosa Nostra che spesso si è scontrata con la mafia locale, altre volte si è alleata.
Gli arresti nei giorni delle scarcerazioni
Questi arresti arrivano negli stessi giorni in cui altri boss potrebbero, invece, lasciare il carcere. Potrebbero essere all’incirca 5 mila infatti i boss di mafia che beneficerebbero sulla carta del cosiddetto decreto Rave. Norma del governo nazionale che rivede il cosiddetto carcere ostativo. In buona sostanza ci si è adeguati a quanto evidenziato dalla Consulta. Ad essere emerso il fatto che il carcere ostativo possa violare alcuni articoli della Costituzione riguardo alla “finalità rieducativa del carcere” e “l’uguaglianza della legge per tutti”.
L’intesa per evitare le scarcerazioni
Forze dell’ordine, dipartimenti dei penitenziari e Procura nazionale antimafia stanno mettendo in campo una sorta di intesa. Sarebbero addirittura già una settantina le istanze presentate per l’uscita dalle carceri. Sulla base delle stime, si parla di 5 mila boss che potrebbero accedere al beneficio. Varato un protocollo d’intesa sull’applicazione della norma e per sventare anzitutto possibili “scarcerazioni facili”.
Cosa stabiliva la norma
Con l’ergastolo ostativo si stabiliva che coloro che vengono condannati per reati di particolare gravità non potevano accedere a “benefici”. Come permessi, o sconti, sistemi alternativi alla detenzione e altre cose simili. Una norma che era applicata a chi commetteva reati nel contesto della criminalità organizzata, o di terrorismo ed eversione. Il recente decreto Rave varato dal governo nazionale fa accedere i condannati per mafia e terrorismo ai benefici penitenziari, anche senza collaborare con la giustizia. Quindi anche se non pentiti o dissociati. Tuttavia prevede dei paletti precisi, per impedire che siano ammessi ai premi persone che possano avere ancora collegamenti con la criminalità.
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