Quattrocento uomini, 71 donne, 36 minorenni maschi e due minorenni femmine. Sono le cifre dei 509 migranti sbarcati dalla notte scorsa nel porto di Pozzallo da nave Diciotti della Guardia costiera. Le operazioni si sono concluse poco dopo le quattro.

Tranne i ricoverati e alcuni casi speciali tutti sono stati condotti nel vicino hotspot presente nello stesso porto del Ragusano. Gli altri dieci prelevati ieri per problemi medici, per la maggior parte per disidratazione, cinque bambini, una bambina, tre donne e un uomo, stanno tutti meglio, compreso quest’ultimo che affetto da bronchite è stato già dimesso dall’ospedale.

A bordo, è stato certificato, c’erano complessivamente 6 donne incinte (e non 30 come era stato reso noto prima dello sbarco) che sono state trasferite nell’ospedale di Modica. Un uomo con ustioni da idrocarburi è stato ricoverato in un ospedale di Ragusa.

Accertati circa 70 casi si scabbia, che vengono curati in un paio di giorni con farmaci specifici. Tra i migranti anche due uomini con cicatrici di ferite da arma da fuoco: uno a un braccio e l’altro a una gamba. C’è anche un uomo con esiti da frattura con fissatore esterno.

Tra le persone sbarcate anche i superstiti salvati da nave Preston, della marina militare Usa, che saranno sentiti dalla squadra mobile della Questura di Ragusa sul naufragio che, secondo le prime testimonianza, avrebbe causato numerosi dispersi in mare. Saranno interrogati anche gli altri migranti per accertare l’eventuale presenza di scafisti.

Sarebbero oltre 70 i dispersi di quel naufragio a causa del gommone che si è spaccato in due in mare, al lago della Libia. A bordo c’erano oltre 110 persone. Tra le vittime ci sarebbero anche una donna incinta e una giovane mamma con la sua neonata oltro allo scafista che è finito in mare. E’ quanto hanno ricostruito i superstiti soccorsi da nave Preston, della marina militare Usa sentiti dopo lo sbarco a Pozzalo. Alcuni di loro hanno perso dei familiari con i quali viaggiavano.

A confermare la storia Lucilla Garufi di InterSos, che viaggia a bordo di Nave Diciotti della Guardia costiera italiana nell’ambito del progetto Unicef

E’, invece, morto a bordo del Vos Thalassa, alle 5 del mattino del 16 giugno scorso, dopo l’ennesimo salvataggio compiuto dal mercantile nel Mediterraneo, l’uomo il cui corpo senza vita è arrivato insieme ai 509. Era insieme ad altri 33 migranti recuperati da Vos Thalassa. Secondo alcuni testimoni, era un giovane che sembrava molto malato e viaggiava da solo. La Procura di Ragusa sta valutando se disporre l’autopsia o se sarà sufficiente l’esame medico legale esterno per accertare le cause del decesso.