Cominciare a far ripartire il paese dopo il blocco totale sarà complesso, bisognerà aspettare almeno dopo il 13 aprile… ma per il dopo esiste già una strategia organizzata? Gli scienziati non vedono di buon occhio i messaggi di apertura e rilassamento rilasciati alla popolazione. Le regole anti-Covid19 resteranno anche nella fase 2, altrimenti l’auspicata “fase 3” (0 persone positive) resterà solo un miraggio. Il discorso è ancora molto prematuro, mentre si piangono 755 morti e si registrano 4.700 contagi, con la nazione a pezzi dal punto di vista sociale ed economico.

 

Secondo Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’ISS, il virus non cesserà di esistere. Senza un farmaco per la cura le misure non potranno variare, le regole della fase 1 saranno ancora quasi tutte in vigore durante la fase 2. La maggiore preoccupazione da parte degli esperti è che “le scelte finali spettano comunque al Governo” – così come detto da Conte nell’ultima conferenza stampa, a questo risponde il professor Walter Ricciardi, membro dell’Oms: “È un fatto obiettivo che il Comitato tecnico scientifico mette a disposizione dei decisori la migliore evidenza scientifica elaborata a supporto della decisione, che, alla fine, spetta alla politica”.

 

Sapere in quanti hanno sviluppato immunità al virus resterà un aspetto fondamentale. Chi è immune potrà tranquillamente rientrare all’interno della quotidianità: “Con delle misure di sicurezza il rientro al lavoro potrebbe essere già programmato, ovviamente dopo Pasqua. Ma va fatto con cautela”, afferma Rezza. Ricciardi, più prudente sostiene: “Questo studio e la riapertura non sono collegate. Al Governo abbiamo sempre detto che bisogna valutare, di 15 giorni in 15 giorni, l’evoluzione della curva epidemica. E dunque la riapertura è condizionata all’andamento della curva, che in questo momento sta andando verso un appiattimento”. I due professori sono invece d’accordo sull’importanza della tracciabilità del contagio tramite lo svolgimento di più tamponi possibili su un grande numero di persone.

 

“C’è la necessità di riavviare alcune attività produttive, lo comprendiamo, ma bisogna farlo gradualmente e con attenzione, bisogna essere cauti nell’ottimismo”