Harvard Business Review, rivista dell’omonima università, ha pubblicato un’analisi su quello che si può imparare dagli errori commessi in Italia durante il contrasto del contagio da coronavirus. Stando allo studio effettuato, ciò che è avvenuto in Italia, è “un fallimento sistematico nell’assorbire e agire rapidamente ed efficacemente in base alle informazioni esistenti, piuttosto che una completa mancanza di conoscenza di ciò che dovrebbe essere fatto”.
Il primo errore commesso dall’Italia, secondo lo studio, è stato il rifiuto di accettare la minaccia della pandemia, all’inizio infatti, molti importanti politici italiani davano sfoggio di strette di mano in pubblico.
Il secondo errore, è stata la scelta di adottare vari decreti che hanno intensificato la rigidità delle misure in modo progressivo perché “Innanzitutto, non era coerente con la rapida diffusione esponenziale del virus. Di conseguenza, l’Italia ha seguito la diffusione del virus piuttosto che prevenirlo. In secondo luogo, l’approccio selettivo potrebbe aver involontariamente facilitato la diffusione del virus” scatenando un’isteria di massa.
Altra nota dolente secondo la rivista, è stata anche la frammentazione del sistema sanitario, gestito diversamente in base alle Regioni. Esempio lampante il Veneto e la Lombardia che “hanno applicato approcci simili al distanziamento sociale e alle chiusure al dettaglio, il Veneto ha adottato un approccio molto più proattivo al contenimento del virus. La strategia veneta era articolata su più fronti”.
Lo studio si conclude con le due grandi lezioni che andrebbero apprese dal caso italiano: la prima è che vista la progressione esponenziale del virus, le misure vanno implementate il prima possibile, e senza essere graduali. La seconda lezione è che “un approccio efficace nei confronti di Covid-19 richiederà una mobilitazione simile alla guerra – sia in termini di entità delle risorse umane ed economiche che dovranno essere impiegate”.
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