Grazie alla pandemia e al conseguente lockdown molte aree del pianeta sono riuscite, in parte, a rigenerarsi e i livelli di inquinanti si sono abbassati in maniera considerevole. Come tutte le cose, però, c’è anche il rovescio della medaglia. Le nuove norme sanitarie e igieniche hanno causato un clamoroso e spaventoso aumento dell’inquinamento determinato da guanti e mascherine. L’estremo e massiccio impiego di questi oggetti, utilizzati da una larga fetta della popolazione mondiale in questo periodo, sta allarmando numerose associazioni ambientali ed ecologiche.

 

Molta gente getta nei luoghi più disparati guanti e mascherine anche dopo un singolo utilizzo, ignari del danno ambientale che stanno causando. Col passare dei giorni il raccapricciante spettacolo diventa sempre più evidente, soprattutto nei canali dove convergono le acque piovane. L’Italia non è esclusa da questa situazione che rischia di degenerare di giorno in giorno.

 

Pippi Mellone, sindaco di Nardò, in provincia di Lecce, per mettere un freno a questa nuova forma di inquinamento ha istituito una multa, che va dai 75 ai 450 euro, per chiunque dovesse essere colto a gettare questi rifiuti in luoghi diversi dai cassonetti per la raccolta dell’immondizia. A seguito dell’ennesimo scempio riscontrato per le strade cittadine il sindaco si è visto costretto a dichiarare guerra contro gli sporcaccioni.

 

L’assessore all’Ambiente, Mino Natalizio, ha spiegato: “Un problema non solo dal punto di vista della pulizia e del decoro ma teoricamente anche un rischio per la salute per un ipotetico contagio. Tutto ci porta a pensare che per molto tempo saremo costretti a usare guanti e mascherine per prevenire il contagio da Covid-19. Per cui un provvedimento che ci consenta di scoraggiare il fenomeno dell’abbandono indiscriminato e di indurre le alcune persone a comportamenti più civili e di buon senso, ci è sembrato doveroso. Polizia Locale e ispettori ambientali vigileranno su questi deprecabili comportamenti”.