Kira Radinsky, oggi a capo della Diagnostic Robotics e precedentemente direttrice del laboratorio di Data Science di eBay, ha costruito la sua carriera sui dati e sull’intelligenza artificiale. Il Ministero della salute di Gerusalemme l’ha voluta nel suo gruppo di esperti chiamato a sviluppare contromisure digitali per arginare la pandemia. Così ha creato, con il suo team, un questionario online sui sintomi del coronavirus, sviluppato in molti altri Paesi e anche dall’OMS ma raramente entra nel dibattito pubblico concentrato sulle sole app. I risultati raggiunti dal gruppo di Kira Radinsky sono notevoli: stando allo European Centre for Disease Prevention and Control, le attuali 234 vittime in Israele, a fronte di 16mila casi e 9mila ricoverati, significano circa 26,8 persone decedute per milione di abitanti contro i 477 dell’Italia.

 

Radinsky racconta la nascita dell’idea: “Abbiamo iniziato guardando ad uno dei problemi maggiori della pandemia: il possibile sovraffollamento delle strutture ospedaliere, soprattutto per quel che riguarda le terapie per pazienti con insufficienza respiratoria. Per questo abbiamo pensato subito ad un questionario da compilare online per avere in tempo reale un’idea relativamente precisa delle condizioni dei cittadini giorno per giorno. Una serie di domande su possibile febbre, tosse e altri sintomi che portano a isolare i casi più probabili di contagio capendo quali probabilmente richiederanno l’intervento medico e quali invece possono esser trattati a casa.”.

 

Le analisi predittive sull’epidemia nascono proprio da queste informazioni. “Circa un mese fa il Ministero della salute qui in Israele ha richiesto una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che aiutasse lo smistamento dei pazienti. Da allora abbiamo cominciato a collaborare con cinquanta ospedali. Forniamo una piattaforma epidemiologica predittiva che li aiuta a sapere, con diversi giorni d’anticipo, dove il virus si diffonderà grazie al questionario. In tal modo sappiamo dove inviare il materiale e il personale necessario per affrontare la pandemia e quali misure adottare, se una quarantena stretta o una a maglie più larghe”.

 

Il questionario viene inviato, quotidianamente, a tutti i cittadini israeliani tramite un link inviato via messaggio. Nel caso in cui la situazione richieda un accertamento medico, si viene messi telematicamente in contatto con l’ospedale. Esistono diversi livelli di rischio e per chi è risultato positivo ai test o chi probabilmente lo è, è obbligatorio avere l’app per il tracciamento dei contatti chiamata Hamagen (“Scudo” in ebraico). L’insieme di questi due sistemi, app e questionario, ha permesso di limitare fortemente il numero di decessi avendo indicazioni puntuali su cosa fare, dove e quando.

 

La Radinsky si esprime sulle polemiche mondiali legate ai timori di violazione della privacy di queste app: “Si tratta di sfruttare i dati per il bene della società e per la salute pubblica, alla fine. Non solo. Questo processo ha anche aiutato a prendere decisioni importanti riguardo le strutture produttive o il grado di isolamento nelle varie zone.”.