Andare a visitare un mercato rionale subito dopo la chiusura è un’esperienza sconvolgente, che ci mette in contatto con il peggio della nostra Palermo.Non capiremo mai perché esista nella nostra città una categoria, quella dei mercatari, che viene esentata dall’osservanza delle più elementari regole della convivenza civile e dal rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti, nell’indifferenza generale e per la disperazione dei residenti. Ed è veramente intollerabile documentare ogni giorno quello che rimane disseminato nelle strade e nelle aree dove si svolgono i mercati, trasformate in vere impressionanti discariche e letamai a cielo aperto. Anche oggi viale Francia, come le zone dove si svolgono gli altri mercati, era una immonda distesa di residui di broccoli, resti di pesci, cassette di frutta e verdura, rifiuti organici (cacca e pipì) per i quali non è in vigore l’uso di gabinetti chimici.Suona come una beffa la scritta su uno dei numerosi mezzi della Rap che intervengono per ripulire le zone dopo la chiusura, con l’invito a differenziare. Differenziare cosa? Se nemmeno usano i normali sacchi per conferire i rifiuti anche in modo approssimativo! Quante risorse, di uomini e mezzi meccanici, della Rap vengono sottratte alla normale pulizia della città per rimediare ai danni procurati da questi commercianti? Il pagamento delle tasse per ripulire i mercati può giustificare questa vergogna?Inutili fino ad ora le segnalazioni, le proteste, le audizioni in commissione consiliare. Evidentemente è un “sistema” la cui gravità, soprattutto per l’aspetto igienico, è stato da sempre sottovalutato da tutti e questo dà un pessimo segnale alla città, relegata agli ultimi posti in Italia per la raccolta differenziata.

Giovanni Moncada – associazione comitati civici palermo