PALERMO (ITALPRESS) – E’ l’Università degli Studi di Palermo la sede centrale del nuovo Centro Nazionale di Biodiversità, il cui atto costitutivo è stato firmato nello scorso mese di giugno, in attesa del decreto agevolazioni che sancirà l’effettivo kick-off. Il centro, che coinvolge 48 enti e Università partner, per un totale di oltre 1.300 ricercatori e diversi neoassunti, è un ambizioso progetto che si snoda su tutta Italia secondo l’impostazione Hub & Spoke, con un punto centrale in Sicilia, proprio all’ateneo palermitano, e otto nodi che sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Proprio a Palermo, nella cornice di Palazzo Steri, è stato presentato l’intero impianto, che prevede nei primi tre anni un finanziamento di 320 milioni di euro stanziati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Palermo avrà un ruolo assolutamente centrale, siamo destinatari dell’hub principale. Siamo contemporaneamente hub centrale e spoke, presso di noi sono contenute tutte le connotazioni amministrative del centro – ha spiegato il Rettore di Unipa, Massimo Midiri -. Metteremo dentro personale altamente specializzato, speriamo possa cambiare il volto della nostra terra. Stanno arrivando altri fondi del Pnrr, speriamo che tra il Centro di biodiversità e altri importanti fonti di ricerca si possano trasferire progressi tecnologici e innovazioni sul territorio”. Gli fa eco il prorettore alla ricerca, Andrea Pace: “E’ una grossa soddisfazione per l’Università di Palermo, la città e l’intero territorio. La biodiversità è un bene da tutelare sotto ogni aspetto, sono felice che l’attenzione del Paese sia stata rivolta su un tema così importante e su un centro stabile per il futuro. Accoglieremo competenze non solo italiane ma anche straniere”. Ridurre la perdita di biodiversità del 30% e recuperare per almeno il 15% gli equilibri ecosistemici mediante azioni di ripristino ecologico degli habitat entro il 2020 sono solo alcuni degli obiettivi del National Biodiversity Future Centre, che già nel suo nome racchiude l’importanza di puntare a un futuro nell’ottica di una sempre più spiccata sostenibilità ambientale che sia in grado di salvaguardare gli ecosistemi del pianeta. La finalità del progetto, divenuto ora realtà, è quella di aggregare la ricerca scientifica nazionale di eccellenza e le moderne tecnologie per preservare e ripristinare la biodiversità negli ecosistemi marini, terrestri e urbani del nostro Paese, fornendo strumenti all’avanguardia alla classe politica. L’infrastruttura contribuirà inoltre a formare una nuova classe di ricercatori con competenze multidisciplinari, in modo tale da rendere la città di Palermo e l’intero paese come punto di riferimento a livello mondiale sul tema della biodiversità. “Il centro ha sede centrale a Palermo, abbiamo raccolto qui tutta la comunità dei ricercatori e i rappresentanti dei cinquanta enti che contribuiscono – ha dichiarato la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza – E’ una grande iniziativa di partnership per un centro che rimarrà a Palermo con tanti nodi sul territorio nazionale per innovare sul settore della biodiversità. L’Italia, come visto purtroppo in questi giorni, è un hotspot della biodiversità, un punto dove si può monitorare lo stato di salute del pianeta – ha aggiunto – Mi fa molto piacere vedere ricercatori che lavorano insieme per questa nuova comunità che dovrà coinvolgere la cittadinanza per far capire l’importanza dello studio della biodiversità”. (ITALPRESS).
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