PALERMO (ITALPRESS) – “C’è chi dice ancora che io sia ostaggio dei partiti. Con tutto quello che mi sento dire mi aspetto che prima o poi mi vengano attribuite le stragi di piazza Fontana e del treno Italicus”. Ironizza così Roberto Lagalla, che ha inaugurato davanti all’istituto comprensivo Falcone allo Zen di Palermo il suo tour elettorale come candidato sindaco alla presenza della stampa e di alcuni residenti. “Ho la coscienza pulita, ogni strumentalizzazione politica è ben lontana dalla considerazione della gente nei miei confronti: ho grande fiducia nel consenso sia di chi mi conosceva già, sia di chi ha avuto modo di farlo in campagna elettorale. Ho scelto di cominciare questo tour elettorale in una delle zone più difficili della città come il quartiere Zen – ha continuato – e di fronte alla scuola intitolata a Giovanni Falcone, per dimostrare ai residenti che l’amministrazione è presente e che, se eletti, non li lasceremo abbandonati a se stessi. Questa è una periferia della periferia, un territorio collegato poco e male al resto della città -, aggiunge Lagalla, – Non serve fare una priorità delle emergenze perchè la principale emergenza riguarda proprio le persone. Il Comune può fare il suo incrementando il controllo sul territorio, ma anche le istituzioni devono fare la loro parte”. Per Lagalla il futuro della città passa anche dall’istruzione: “Già da assessore regionale all’Istruzione ho creato con le scuole del quartiere Zen un rapporto speciale, che ha consentito di mettere in sicurezza i locali e assicurare ai ragazzi il tempo pieno e il recupero degli apprendimenti perduti: continueremo a insistere sull’istruzione come forma di emancipazione sociale e personale”. Lo sottolinea i candidato sindaco di Palermo Roberto Lagalla, che ha inaugurato il proprio tour elettorale davanti all’istituto comprensivo Falcone. “Daremo il nostro sostegno a ogni forma di associazionismo e volontariato, ripristinando luoghi di aggregazione che possano sottrarre i giovani alla tentazione della malavita organizzata. Non è una sfida semplice: l’emergenza educativa ha tempi lunghi di realizzazione e attuazione, ma ce la metteremo tutta”.
(ITALPRESS).
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