PALERMO (ITALPRESS) – Ci sono volute quasi otto ore di discussioni ed emendamenti, dopo che l’ennesima seduta della giornata era cominciata in ritardo (all’1:35 anziché alle 23), ma il lungo tira e molla dell’Ars finisce con l’approvazione della Finanziaria, all’interno della quale sono racchiusi i disegni di legge Bilancio e Stabilità 2024-2026: 39 i voti favorevoli, 23 quelli contrari.
La votazione finale è stata completata alle 9:22, pochi minuti dopo l’approvazione del maxi emendamento da 100 milioni di euro, vero elemento discordante della giornata di ieri: l’impasse non si è sciolto nemmeno nella notte e alla fine Pd, M5s e Sud chiama nord hanno comunque votato contro. Il presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno ha in seguito comunicato lo stralcio del maxi emendamento, che sarà votato in un apposito disegno di legge dopo il voto della Finanziaria in modo da facilitare l’approvazione di quest’ultima in Gazzetta ufficiale ed evitare ritardi nell’attivare la spesa.
Al termine della ‘maratona’ Galvagno ha ringraziato i capigruppo di maggioranza e opposizione per aver trovato una sintesi e rispettato la tabella di marcia della giornata forse più intensa alla guida dell’Ars.
Per l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone la buona riuscita della Finanziaria è segno che “oggi la Sicilia esce dal luogo comune che non si può non fare l’esercizio provvisorio, riuscendo peraltro a contemperare le esigenze di maggioranza e opposizione. Adesso dobbiamo puntare all’approvazione prima di Natale”.
Lo scontro notturno ha coinvolto soprattutto le riserve ai Comuni, sui quali il deputato del Pd Antonello Cracolici ha richiesto il voto segreto comma per comma: in quattro emendamenti su 22 la maggioranza è stata battuta, rispettivamente per la cancellazione di un milione di euro per il Comune di Cerda, lo stanziamento di risorse per i Comuni in sofferenza per i flussi migratori, l’obbligo di restituzione delle risorse per quei Comuni che non rispettano le forme di democrazia partecipata e la cancellazione di un altro milione di euro per quei Comuni con una superficie superiore ai 300 chilometri quadrati e una popolazione superiore ai 30.000 abitanti ‘che non siano capoluogo di Città metropolitana o di libero Consorzio comunale’ (comma 20, il riferimento è a Monreale e Caltagirone).

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