PALERMO (ITALPRESS) – Il progressivo miglioramento del sistema di raccolta dei rifiuti non va di pari passo con un contenimento dei prezzi del servizio: un’anomalia rispetto alle altre regioni italiane, che ha portato l’Anci Sicilia a presentare un ricorso all’Antitrust per verificare se vi sia da parte degli operatori un abuso di posizione dominante. Alla base di tale ricorso, che va di pari passo con una richiesta di coinvolgimento da parte della Regione in vista dell’approvazione del Piano regionale dei rifiuti, vi sono una serie di dati raccolti in un dossier presentato oggi a Palazzo dei Normanni, a Palermo: all’interno di questo vengono evidenziati gli squilibri tra i costi in Sicilia e nel resto del paese, laddove i primi su determinati aspetti (trattamento, conferimento in discarica, selezione e compostaggio) sono quasi il doppio rispetto ai secondi.
Il disappunto dell’Associazione dei sindaci aumenta in considerazione del lavoro svolto negli ultimi anni in tema di raccolta differenziata. Secondo i dati di Legambiente nel 2022 in 274 Comuni siciliani tale servizio superava il 65%, coinvolgendo una popolazione complessiva di 2.386.559 abitanti; appena cinque anni prima i Comuni virtuosi nello svolgimento della raccolta differenziata erano solo 32.
“Questo dossier nasce per avere una spiegazione sul perchè più aumenta la raccolta differenziata e più la tariffa da far pagare ai cittadini sale – sottolinea Paolo Amenta, presidente di Anci Sicilia – Non vogliamo andare contro qualcuno, ma capire perchè in Sicilia sono anni che si parla di transizione ecologica ed economia circolare e il costo dei rifiuti non si abbassa: tocca ai sindaci ogni anno mettere mano all’aspetto economico, con tutti gli sforzi che chiediamo ai cittadini in tema rifiuti ci sono Comuni in cui i costi sono esorbitanti. Con un simile sovrapprezzo dell’energia in alcune realtà si rischia il dissesto finanziario”. Una possibile soluzione per Amenta è “rafforzare i rapporti con i consorzi e implementare gli impianti di prossimità: il malfunzionamento si sta scaricando sulla componente più fragile che sono cittadini e imprese, non possiamo far pagare a loro l’inefficienza di un sistema che non vuole decollare”.
Il presidente di Anci Sicilia interviene poi sul tema dei termovalorizzatori, sottolineando come “non siamo nè favorevoli nè contrari alla realizzazione, ma bisogna prendere in considerazione la situazione di partenza della produzione dei rifiuti in Sicilia e l’andamento della raccolta differenziata: a parte i tempi di realizzazione degli impianti, bisogna anche capire quali interventi risultino più urgenti per invertire la tendenza e raggiungere l’obiettivo di una diminuzione dei costi. Inoltre è necessario anche individuare quali azioni bisogna porre in essere per accelerare la realizzazione di impianti di prossimità che possono contare da subito su un abbattimento dei prezzi”.
Per quanto riguarda il ricorso, quello che si vuole accertare è soprattutto il comportamento di Sicula trasporti Srl, i cui impianti sono utilizzati da oltre 170 Comuni in Sicilia, e un focus sulle ragioni dei costi eccessivi che gravano sul sistema dei rifiuti e su come intervenire in maniera efficace per evitare l’impatto negativo sui bilanci comunali e sull’economia della regione. “Alle nostre richieste di un’analisi dei costi non sono mai arrivate risposte – spiega Amenta – Vogliamo capire perchè se nelle altre regioni d’Italia i costi dei rifiuti sono di 160 euro a tonnellata in Sicilia invece arriviamo a 380 euro”.
L’auspicio di Mario Alvano, segretario generale di Anci Sicilia, è che il dossier costituisca un punto di partenza affinchè “la discussione sui rifiuti diventi centrale nel dibattito pubblico siciliano: in tanti si sono occupati del tema, ma di prezzi se n’è parlato poco. La strada maestra è quella dell’analisi scientifica: non abbiamo la pretesa di risolvere la questione oggi o domani, ma sollevare le criticità sui costi è fondamentale”. Uno dei principali problemi da risolvere riguarda “la raccolta dei rifiuti nelle strade provinciali e statali: la nostra proposta è che si affronti con tutti i soggetti istituzionali la possibilità di intervenire in questo frangente con il coinvolgimento di enti intermedi. Inoltre, l’introduzione degli impianti di prossimità consentirebbe in poco tempo di abbattere i costi di alcune tipologie di rifiuti come l’organico”.
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