PALERMO (ITALPRESS) – Un viaggio nel passato e nel presente, per studiare a fondo le contraddizioni di Palermo e svelarne i non detti: questo e altro nel nuovo libro dell’ex primo cittadino Leoluca Orlando, intitolato “Enigma Palermo” e realizzato attraverso un lungo dialogo con la giornalista tedesca Costanze Reuscher (coautrice dell’opera). Il testo, edito da Rizzoli, è stato presentato dai due insieme all’attore Pif e al caporedattore del Tgr Rai Sicilia Rino Cascio al cinema Rouge et Noir, dinanzi a una sala gremita di amici e comuni cittadini.
All’interno del libro il tema cui viene dedicato il maggiore spazio è inevitabilmente quello che più ha attraversato i 22 anni di esperienza da sindaco di Orlando, ovvero la mafia; tuttavia non mancano anche altre questioni, come quella dei migranti che tanto sta tenendo banco in questi giorni. E poi c’è quella parola ‘enigmà, che evidenzia quanto ancora c’è da svelare riguardo Palermo: “E’ una città piena di contraddizioni – sottolinea l’ex primo cittadino – aristocratica e popolare, pulita e sporca, rumorosa e silenziosa, arcaica e moderna, vecchia e giovane. Queste contraddizioni sono alimentate da tante zone grigie e lo scopo di questo libro è ridurne gli spazi: in questa città la zona grigia è stata sempre alimentata dalla paura e da meschini interessi”. Tanto è cambiato dalla prima elezione di Orlando nel 1985 al termine del suo ultimo mandato nel 2022: “Quando ho iniziato a fare il sindaco ho capito che ogni uomo delle istituzioni era isolato nel proprio palazzo: lo ero io, lo era Falcone, lo era il cardinale Pappalardo e lo era Libero Grassi. Per i mafiosi era anomalo vedere uno con la fascia da sindaco a chiederne la condanna e non a cena con loro: cominciò a esserci una sensazione generale che tutto stesse cambiando. Quando la mia esperienza da sindaco è finita mi sono preso un anno sabbatico, perchè volevo riflettere: negli ultimi anni del mio mandato molti consiglieri comunali della mia maggioranza mi hanno abbandonato, ero pronto a dimettermi nel 2019 con tanto di lettera già scritta, ma poi è arrivata la pandemia e ho fatto quello che ritenevo fosse la cosa migliore per la mia città”.
Una delle convinzioni che l’ex sindaco, ‘ufficiosamentè candidato alle prossime elezioni europee, porta avanti nel libro riguarda il fatto che “Falcone non fu messo in condizione di fare il suo dovere e di indagare come avrebbe voluto nei confronti dei politici e dei responsabili degli omicidi di Piersanti Mattarella e Pio La Torre: sono trent’anni che ripeto queste cose, venendo inascoltato e insultato”. La ferita del 1992, con gli eccidi di Capaci e via D’Amelio, è tuttora aperta, drammaticamente attuale nella misura in cui “si pensa a cosa hanno dichiarato in questi giorni i legali e i familiari di Paolo Borsellino sulla difficoltà nel trovare verità e giustizia per le stragi e sulle condizioni in cui versava la procura di Palermo, dove era impossibile svolgere il proprio lavoro senza essere ostacolati”. Anche il tema dei migranti è riproposto con forza all’interno del libro: “Stiamo assistendo a un cambiamento del clima culturale nel nostro paese – afferma Orlando, – c’è una sistematica violazione da parte del governo Meloni dei diritti di coloro che disperatamente cercano di venire nel nostro paese per sopravvivere. Le recenti decisioni dei magistrati sono una conferma del cambio di paradigma: troppe volte il diritto è in contrasto con i diritti, ma per fortuna abbiamo Corte costituzionale, Corte di giustizia europea e Costituzione”.
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