PALERMO (ITALPRESS) – “Egregio Sig. Sindaco, nel novembre del 2011 l’amministrazione comunale del tempo decise di dedicare alla memoria di Ninni Cassarà un’opera pubblica da poco ultimata e che appariva in prospettiva una realizzazione di grande pregio. Ne fummo fieri ed onorati. Si trattava di un bel parco, secondo per dimensioni soltanto alla Favorita, che sarebbe stato frequentato da famiglie e da tanti giovani, per i quali sarebbe stato utile e formativo il ricordo del sacrificio di Ninni Cassarà. Purtroppo, due anni dopo l’inaugurazione e l’apertura del parco, furono rinvenuti nel sottosuolo resti di amianto e di altri metalli pesanti. La Procura dispose il sequestro del sito, il Nopa appose i sigilli e venne disposta la chiusura della struttura”. A quasi dieci dal sequestro di una delle aree verdi più grandi di Palermo, la famiglia di Ninni Cassarà con una lettera, indirizzata al sindaco Roberto Lagalla e, per conoscenza, anche al prefetto e al questore, chiede la rimozione della targa collocata all’ingresso del parco intitolato alla memoria del commissario ucciso dalla mafia nel 1985. Per i familiari, infatti, non sarebbe “più tollerabile che un luogo di così grave abbandono e degrado”, possa portare ancora il suo nome.
“Sono passati quasi dieci anni e nonostante le assicurazioni ricevute ed i tanti inutili proclami, sui tempi e gli interventi di bonifica, necessari a renderlo nuovamente fruibile, ad oggi, il parco è ancora chiuso e non si intravede una soluzione a breve – prosegue la lettera che riporta in calce, tra le altre, le firme della moglie e dei figli -. Illustre Sig. Sindaco, dobbiamo, nostro malgrado, rappresentarLe, che per la nostra famiglia non è più sostenibile che il parco, che porta il nome di Ninni Cassarà, possa rimanere chiuso per così tanto tempo, per l’indolenza strutturale degli apparati amministrativi che in dieci anni non sono stati in grado di individuare efficaci strumenti e idonee risorse per la soluzione del problema. La preghiamo, pertanto, di volere disporre la rimozione della targa, che potrà essere nuovamente ricollocata, non appena il parco tornerà ad essere ‘vivò. Non riteniamo più tollerabile che un luogo di così grave abbandono e degrado, possa portare il nome di Ninni Cassarà, un uomo che ha dato la vita per il riscatto di questa città e questo, tutto sembra, tranne che un esempio di riscatto”.

– Foto di repertorio: Angenzia Fotogramma –
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