PALERMO (ITALPRESS) – “La Sicilia è il cuore della questione meridionale, con un divario sociale, occupazionale ed infrastrutturale che ferisce lo spirito della Costituzione e frena la crescita del Paese da oltre 20 anni”. Così, a Palermo, il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, nelle sue conclusioni al Consiglio Generale della Cisl Sicilia.
I lavori li aveva aperti in mattinata il segretario della Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio, rimarcando la necessità di un “patto governo regionale-sindacati-imprese sui temi delle riforme e dello sviluppo, indispensabile, soprattutto alla luce delle risorse previste dal Pnrr”.
Per Sbarra “bisogna colmare l’enorme gap di cittadinanza che nega in Sicilia come in altre regioni meridionali i più elementari diritti ed esclude i più fragili dal lavoro, dai servizi essenziali, dalle dinamiche di coesione. Dobbiamo fermare la fuga dei cervelli che ogni anno porta via dal Sud decine di migliaia di giovani e donne laureate. Bisogna che il lavoro, la sua qualità, stabilità, sicurezza, diventi la più grande priorità da affrontare e risolvere, l’occupazione in queste aree deve essere al centro della ricostruzione e della ripartenza del Sud e dell’intero paese. Il riscatto delle zone deboli è uno degli obiettivi del PNRR su cui stiamo aspettando dal Premier l’apertura di un confronto vero sui progetti, investimenti, tempi di attuazione e le ricadute economiche, occupazionali e sociali. Per la Cisl questa è la grande sfida che lanciamo al Governo, ai poteri pubblici locali ed al sistema delle imprese”.
Per questo, all’apertura della sessione di bilancio, il sindacalista chiede anche “al governo di aprire un tavolo di confronto e dialogo. Vogliamo che la legge di stabilità abbia un valore anticiclico che dia finalmente gambe ad un percorso positivo di rilancio degli investimenti pubblici e privati. Vogliamo che la legge di stabilità supporti e sostenga la ripartenza con un forte investimento sulle infrastrutture materiali e immateriali”. Proprio da questo si riparte: “Bisogna rispettare il vincolo del 40% di impiego delle risorse al Sud che abbiamo conquistato nel Dl Semplificazioni che determina una mobilitazione finanziaria poderosa, con 202 miliardi da spendere entro il 2027 (82mld nel Pnrr, 8,4 React EU, 54 Fondi strutturali, 58 Fondo sviluppo e coesione). Anche in passato abbiamo conosciuto grandi dotazioni finanziarie rivolte al Mezzogiorno e per tanti anni le abbiamo viste dissipare o ‘distrarrè su altri capitoli di spesa e territori del Paese”.
“Ecco perchè – sottolinrea Sbarra – ribadiamo l’esigenza di un patto sia nazionale sia a livello regionale, tra le istituzioni e le parti sociali sul modello dei grandi accordi di concertazione degli anni novanta. Ciascuno deve fare la propria parte, responsabilmente. Bisogna concordare obiettivi, strumenti e procedure operative straordinari per selezionare e monitorare i progetti, e soprattutto realizzare gli investimenti con trasparenza, efficacia, ricadute sulla crescita economica e su incrementi di occupazione netta sopratutto per i giovani e le donne. Dobbiamo evitare la dispersione delle risorse ed è possibile farlo se prevale la responsabilità, se facciamo vivere la partecipazione, se mettiamo a fattor comune la qualità della spesa, l’innovazione, facendo vivere e crescere un’autentica cultura della trasparenza e della legalità contro le infiltrazioni della mafia e della malavita negli appalti e nell’utilizzo dei fondi. Non c’è un prima ed un dopo. Lavoro, sviluppo e legalità devono camminare insieme. Ci giochiamo tutti la faccia su questo”.
Infine un appello: “Ci sono risorse notevoli per sostenere la crescita e la ripartenza e questo richiede un sussulto di responsabilità soprattutto delle classi dirigenti meridionali”, conclude Sbarra conversando con i giornalisti, la ripartenza deve avere “il profilo della progettuale e affrontare le grandi priorità storiche”.
(ITALPRESS).
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