Il Tribunale di Siracusa ha assolto dall’accusa di abuso d’ufficio perché il fatto non sussiste l’ex presidente del Consiglio comunale di Rosolini Maria Concetto Iemmolo.

La denuncia dell’attuale candidato a sindaco

Il procedimento giudiziario è scaturito dopo la denuncia dell’allora consigliere, Giovanni Spadola, attuale candidato a sindaco andato al ballottaggio insieme e Tino Di Rosolini, che l’avrebbe accusata di aver variato l’ordine del giorno della seduta del 29 ottobre del 2013 e di non avergli dato la parola nel corso della seduta.

Al centro un piano di lottizzazione

Secondo la ricostruzione dei magistrati, che sulla scorta di quella segnalazione, aprirono un’inchiesta, l’ex presidente del Consiglio comunale, avrebbe agito perché venisse approvato  un piano di lottizzazione a Rosolini in contrada Zacchita, denominato “La Carrua”, destinato alla realizzazione di un centro commerciale che avrebbe dovuto essere realizzato dalla società MAPI per favorire questa azienda società ed i proprietari dei terreni.

Gli altri 2 imputati

Come fa sapere la difesa della donna, assistita dall’avvocato Emanuele Tringali, sotto processo sono finiti anche l’ingegnere capo del Comune di Rosolini, Corrado Mingo, in quanto, secondo l’accusa, era  proprietario di quel  terreno ed avrebbe partecipato alla realizzazione del progetto, ed il rappresentate legale della società.

“Le indagini hanno avuto inizio nel 2013 ed al termine di un processo durato parecchi anni, è riuscito a dimostrare e documentare l’assoluta estraneità della propria assistita rispetto alle accuse ingiustamente mossele dai denuncianti” spiega l’avvocato Emanuele Tringali.

I testimoni

Il Tribunale di Siracusa, al termine del procedimento, durante il quale sono stati sentiti, tra i testimoni dell’accusa, Piergiorgio Giarratana, ex presidente del consiglio e lo stesso denunciante Giovanni Spadola, “ha accertato che la signora Iemmolo non soltanto – fa sapere l’avvocato Tringali –  non ha variato l’ordine del giorno della seduta consiliare ma, in tale seduta del consiglio non ha fatto altro che adempiere ad un ordine del Tribunale Amministrativo di Catania ottemperando ad una ordinanza della Magistratura Amministrativa coerentemente con gli atti allegati alla proposta di delibera consiliare e in ossequio alle disposizioni di legge previste in materia”.