Le dinamiche locali sfuggono agli equilibri politici nazionali o regionali ma quando queste discrasie emergono in una città capoluogo il rumore che provocano è certamente più alto.
Il Mpa da avversario ad alleato del sindaco
A Siracusa, nella giornata di ieri, si è consumato il rimpasto della giunta del sindaco Francesco Italia, esponente nazionale di Azione, che ha visto l’ingresso del Mpa, partito avversario nelle ultime elezioni amministrative: gli autonomisti erano un pezzo importante della coalizione di Centrodestra che aveva deciso di puntare sul forzista Ferdinando Messina, con tanto di “benedizione” del presidente della Regione, Renato Schifani.
La ricucitura di Schifani
Il Governatore fu quasi costretto a fare un salto a Siracusa, incontrando in una grigia giornata primaverile, all’Ortea Palace, tutti i vertici del Centrodestra siracusano, tra cui la delegazione del Mpa, guidata dal deputato regionale, Peppe Carta, che manifestò più di un mal di pancia per non avere un proprio candidato.
Il tentativo su Assenza
Nelle settimane precedenti all’incontro con Schifani, il tavolo aretuseo del Centrodestra, piuttosto ristretto, stava discutendo della possibilità di convergere su Peppe Assenza, ex assessore al Bilancio del sindaco forzista Bufardeci, diventato poi negli anni uno dei più importanti collaboratori di Carta. L’intesa saltò, il Centrodestra regionale impose i nomi e su Siracusa si puntò su Messina, poi naufragato al ballottaggio.
Lo strappo del Mpa con gli alleati e l’accordo con Italia
Il Mpa, poco dopo la proclamazione di Italia, fece un accordo con il sindaco per dividersi la presidenza e la vicepresidenza del Consiglio: la prima andò ad Alessandro Di Mauro, figlio dell’attuale coordinatore provinciale del Mpa, la seconda a Conci Carbone, ex assessore alle Politiche sociali molto ascoltata dal sindaco. Un passo, quello compiuto dal Mpa, dopo che Fdi e Forza Italia gli negarono la possibilità di votare, per la presidenza del Consiglio, un proprio esponente, “come era previsto negli accordi pre elettorali”.
La fuga di consiglieri di FdI
Da lì in poi i rapporti tra il Centrodestra e gli autonomisti si sono raffreddati, anzi quest’ultimi furono accusati, in modo più o meno velato, dagli alleati di aver convinto alcuni consiglieri a lasciare i partiti con cui erano stati eletti, come Simone Ricupero e Giovanna Porto, che abbandonarono Fratelli d’Italia. Di recente a divorziare con FdI è stato Damiano De Simone, nelle ore scorse è, invece, finito il rapporto tra Gianni Boscarino e Forza Italia, di cui era capogruppo. “In merito agli ultimi sviluppi all’interno del partito di Forza Italia in Consiglio comunale a Siracusa, ho raggiunto telefonicamente il consigliere Gianni Boscarino e abbiamo concordato un incontro per il prossimo venerdì” ha detto la senatrice di Forza Italia, Daniela Ternullo.
I referenti politici
I neo assessori del Mpa, Salvo Cavarra e Marzo Zappulla, stando ad autorevoli fonti politiche, sono espressioni di alcuni referenti degli autonomisti: Pippo Barbagallo, ex assessore alla Provincia della giunta del presidente Nicola Bono, marito di Giovanna Porto, colei che ha lasciato FdI, e Sergio Bonafede, il candidato al Consiglio comunale che ha ottenuto più voti. Si ricorda anche per un particolare: nella scheda elettorale comparve come Sergio Bonafede detto Tony, il nome del figlio, ex consigliere comunale.
Congelato il secondo assessore per ScN
Dentro la giunta Italia c’è anche Sud chiama Nord, rappresentato da Edy Bandiera, vice sindaco della città nonché vice coordinatore regionale del movimento di Cateno De Luca che avrebbe dovuto ottenere un secondo assessore, slittato per via della mancanza in amministrazione di una rappresentanza femminile. L’unica donna è Teresella Celesti mentre la rubrica delle Pari opportunità è andato ad un uomo, il neo assessore Zappulla.
La strana opposizione
Di contro, si registra una opposizione piuttosto curiosa che vede dentro il Partito democratico, Fratelli d’Italia e Forza Italia. “Il rimpasto di risponde perfettamente alle logiche di spartizione di potere ed è quanto di più distante dalla condivisione di un progetto politico e da un’idea di città definita. Ci chiediamo quando saranno chiari gli obiettivi politici e programmatici con cui avranno luogo i nuovi ingressi attuali e futuri, visto che gli obiettivi elettorali e partitici sono già palesi e da tempo” spiegano dal Pd.
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