Nel processo sugli appalti pilotati a Melilli, che vede come unico imputato il sindaco Giuseppe Carta, ha deposto un ex assessore comunale, Massimo Magnano, esponente dell’amministrazione precedente, autore di un documento, presentato negli anni scorsi al Consiglio comunale.

In sostanza, si sarebbe trattata di una denuncia per sostenere che un suo amico, titolare di un’azienda, sarebbe stato estromesso da alcuni lavori per motivi politici, in quanto l’ex assessore non è un sostenitore del sindaco di Melilli.  Una vicenda presa in considerazione dalla polizia di Priolo e dalla Procura di Siracusa che, nel febbraio del 2019, portarono a termine l’operazione Muddica su un presunto giro di appalti pilotati per agevolare imprenditori amici conclusa con gli arresti del primo cittadino di Melilli, Giuseppe Carta e dell’ex vicesindaco, Stefano Elia ma nell’inchiesta vennero coinvolti altri funzionari del Comune ed imprenditori.

“In realtà, è emerso che, quando l’ex assessore ha presentato la denuncia in Consiglio, la ditta – spiega l’avvocato Francesco Favi, difensore del sindaco di Melilli, Giuseppe Carta – aveva ricevuto l’incarico dal Comune per lo svolgimento del servizio, consistente ne trasporto dell’acqua, nei luoghi dove il servizio idrico pubblico era carente. Si, è dunque, trattato di un fraintendimento, d’altra parte era stata indetta la gara che quella ditta si è poi aggiudicata”. Insomma, secondo questa ricostruzione l’amministrazione di Melilli del sindaco Carta non avrebbe scelto in base “alle amicizie” .

Nel corso dell’udienza, secondo quanto fatto sapere dal collegio difensivo del sindaco, è emerso un altro particolare, legato ad una serie di esposti contro l’amministrazione, che si riteneva fossero stati firmati dallo stesso ex assessore. “Ha disconosciuto quegli esposti – spiega l’avvocato Francesco Favi, difensore del sindaco di Melilli –  in quanti non firmati da lui, dunque tornano ad essere anonimi”.

L’udienza è stata aggiornata ma sotto processo, con il giudizio immediato, c’è solo il sindaco mentre per quanto riguarda le altre persone finite nell’inchiesta si è ancora ben lontani dal dibattimento.