Se Forza Italia spinge per far naufragare l’indicazione di Francesco Di Sarcina a presidente dell’Autorità portuale della Sicilia orientale, i sindaci del Siracusano, Priolo, Melilli ed Augusta, sono divisi su questo nome.

Nel dettaglio, solo il capo dell’amministrazione di Melilli, Giuseppe Carta, ha sposato la posizione dei forzisti mentre i primi cittadini degli altri due Comuni  sono favorevoli all’ipotesi del ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini e del viceministro, Giancarlo Cancelleri.

Sì a Di Sarcina del sindaco di Priolo

“Il fatto stesso che sia siciliano è una prerogativa importante – dice a BlogSicilia il sindaco di Priolo, Pippo Gianni – ma va detto che ha dimostrato negli anni le sua capacità. Capita, però, che sulle nomine entrino in gioco tattiche e strategie politiche, capaci di far perdere tempo. E noi non abbiamo tempo da perdere, questa partita va chiusa subito ed iniziare a programmare i finanziamenti del Pnrr, che sono utili al nostro territorio”.

No a Di Sarcina del sindaco di Melilli

Il sindaco di Melilli, invece, è sulla posizioni di Forza Italia. “Si proceda  alla nomina del presidente – dice il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta – non prima di una consultazione politica quanto più ampia possibile che converga verso un obiettivo condiviso. Apprezzo e condivido, infine,  la posizione assunta dall’onorevole Stefania Prestigiacomo e dalla deputazione nazionale e regionale di Forza Italia in difesa del territori”.

La posizione del sindaco di Augusta

Il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, non ha ancora parlato ma fonti politiche autorevoli sostengono che non ci sarebbe alcun veto verso il nome di Francesco Di Sarcina. Di Mare, nei mesi scorsi, aveva manifestato la sua contrarietà alla scelta che, in un primo momento, era caduta su Attilio Montalto, attuale segretario dell’Autorità portuale della Sicilia orientale.

Gli alleati di Forza Italia tacciono

Non sono ancora pervenute dichiarazioni degli alleati di Forza Italia in merito alla posizione sulla presidenza dell’Autorità portuale. Un silenzio che forse potrebbe suonare come una presa di distanza dalla posizione forzista.