“Interrompere immediatamente il procedimento istitutivo del Parco degli Iblei”. Questa, in estrema sintesi, la richiesta formulata dalla Consulta delle associazioni di categoria di Siracusa e rivolta in una lettera al Ministero per la Transizione ecologica, alla Regione siciliana, ai Liberi consorzi e ai Comuni interessati dal provvedimento. Le aziende spingono per essere coinvolte, insieme ai Comuni, nella definizione del perimetro del Parco.

Il braccio di ferro con gli ambientalisti

Una presa di posizione dopo l’uscita di numerose associazioni ambientaliste e sindacati che, invece, pressano il Governo perché istituisca il Parco degli Iblei. Il nodo sono, almeno per le imprese, i vincoli che, secondo la loro tesi, sostenuta anche da due Commissioni regionali, ingesserebbero non solo il territorio, comprendente 27 Comuni delle province di Siracusa, Catania e Ragusa, ma i loro stessi investimenti.

I timori delle aziende

“Nel dicembre del 2020 l’Unione dei Comuni Valle degli Iblei – spiegano le imprese riunite nella Consulta – ha prodotto uno studio di massima del territorio interessato dall’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei, constatando che, se si fosse lasciata in piedi la perimetrazione prevista, la superficie di aziende agricole, zootecniche e artigiane in attività incluse nel palco e quindi a rischio stesso di esistenza sarebbe stata di circa 14 mila ettari, pari al 40% della superficie complessiva dell’Unione dei Comuni”.

I vincoli e gli investimenti

Secondo la Consulta delle associazioni di categoria, sarebbe il colpo di grazia ad un comparto già in difficoltà.

“Peraltro – aggiungono le imprese –  i nuovi vincoli di un ipotetico parco porterebbero con sé anche gravi conseguenze legate agli investimenti già predisposti dalle aziende, sia di origine comunitaria sia privati,
con un appesantimento delle già lunghe e complesse procedure burocratiche che accompagnano le politiche territoriali e di sviluppo dei territori, vanificando gli sforzi messi in atto ad esempio con l’istituzione delle Zes”

“Le associazioni aderenti – dichiara Rosanna Magnano, coordinatrice della Consulta delle Associazioni di Siracusa – sono ovviamente favorevoli a tutte le forme di tutela dei valori naturali, ambientali, storici, culturali e antropologici del territorio attraverso la valorizzazione e la corretta gestione delle aree protette già presenti nel territorio tuttavia,
con l’istituzione di un ente parco regionale o nazionale, tali aree andrebbero a decadere, rimettendo in discussione realtà vincolistiche già consolidate ed integrate con le attività economiche esistenti”.