Dopo 40 anni, riaprirà domani la Grotta dei Cordari, che si trova nell’area del parco archeologico di Siracusa, a ridosso dell’Orecchio di Dionisio. Per tre secoli, e fino al 1983, ha rappresentato il luogo dove i siracusani hanno prodotto le corde con il sistema tradizionale della ruota a mano, favoriti in questo dalla naturale umidità e dall’ampiezza del luogo che permetteva loro di stendere le fibre vegetali e trasformarle in fili.

“Restituire un tesoro siciliano”

“La riapertura della Grotta dei Cordari, dopo decenni di chiusura, testimonia la volontà del Governo regionale di restituire una ricchezza dell’umanità che è storia, ambiente, tradizione e che testimonia l’operosità delle genti di Sicilia sin dall’antichità. Grazie all’impegno del Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai”  sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà.

Gli effetti scenografici del sito

La Grotta dei Cordari, con i suoi straordinari effetti scenografici e la successione di ampie “stanze” dalle tinte policrome arricchita dalla vegetazione di muschi e capelvenere che crea singolari giochi di luce, scandita da pilastri e falsi pilastri amplificati dalla presenza di acqua, di carattere meteorologico o proveniente da alcune falde e tratteggiata dai segni lasciati nel tempo dalla punta dei picconi che in antico estraevano la pietra, è ancora oggi uno tra i più suggestivi ambienti naturali della Sicilia.

Grotta del Salnistro

Insieme alla Grotta dei Cordari torna ad essere visitabile anche l’adiacente Grotta del Salnitro così chiamata perché, come narra D. V. Denon, vi veniva lavorato il salnitro, un deposito costituito da sali minerali che si trova sulle pareti umide della grotta; la monumentale imboccatura è coperta da un gigantesco masso della volta crollato sul quale sono visibili, in forma quasi di gradinata, i piani di stacco dei blocchi calcarei, segno tangibile dell’estrazione della pietra da questa cava.