- Una bomba carta è stata fatta esplodere contro una macchina
- L’avvertimento in via Panico, a ridosso dell’Agenzia delle Entrate
- Le indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile
Tornano le bombe carta a Siracusa, dopo qualche settimana di tregua. Un ordigno è stato fatto esplodere questa notte intorno alle 3 contro una macchina, una Smart, parcheggiata in via Panico, nella zona nord della città, a ridosso del palazzo dell’Agenzia delle Entrate.
Le indagini
Le indagini sono condotte dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa che stanno provando non solo a risalire all’autore dell’intimidazione ma anche alle cause dell’avvertimento ai danni del proprietario del mezzo, la cui testimonianza potrebbe essere determinante per acciuffare il responsabile ed il possibile mandante.
Nell’area ci sono le telecamere di sicurezza della zona ma l’esperienza insegna che, spesso, gli autori di questi messaggi inquietanti sono incappucciati, allo scopo di evitare di farsi riconoscere.
La striscia di messaggi con le bombe
Prosegue, però, la scia di intimidazioni a Siracusa, negli ultimi due mesi, se ne sono verificate 4 con le stesse modalità: l’ordigno contro un bar in viale Santa Panagia, un chiosco di fiori in viale dei Comuni, un pub in via Filisto, ed ora quello contro una macchina. Resta da verificare se dietro tutti questi fatti c’è un’unica mano o sono episodi diversi anche se fonti delle forze dell’ordine sono maggiormente propensi a questa seconda ipotesi.
La chiave di lettura delle forze dell’ordine
Nel corso del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato nelle settimane scorse dal prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, a seguito dell’esplosione degli ordigni e della catena di furti ai negozi, gli inquirenti, a proposito del caso di viale dei Comuni, affermarono che l’avvertimento era legato a questioni di “carattere privato”, insomma dissidi tra persone e non riconducibile al racket delle estorsioni.
L’Antimafia a Siracusa
Una tesi emersa anche nel corso della visita a Siracusa della Commissione parlamentare regionale antimafia, presieduta da Claudio Fava. Precedentemente, c’erano state altre intimidazioni in città, tra cui l’esplosione di un grosso ordigno ai danni di una tabaccheria in via Piave, nel rione della Borgata, di proprietà di due titolari appartenenti alle associazioni antiracket.
Sulla striscia di intimidazioni a Siracusa, due parlamentari, uno regionale, Giovanni Cafeo, l’altro nazionale, Paolo Ficara, si sono rivolti al Governo nazionale, mettendo in rilievo la precarietà del personale delle forze dell’ordine.
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