Nuovo affondo di Fratelli d’Italia al sindaco di Melilli e deputato regionale del Mpa-Grande Sicilia, Peppe Carta.
La segnalazione alla Corte dei Conti
Dopo il caso dei terreni del nipote del primo cittadino dove dovrebbe sorgere un impianto di Tmb, il dirigente di Fratelli d’Italia, Antonio Annino, torna a parlare di “sistema Carta”, tirando in ballo la società partecipata del Comune “Melilli Servizi S.r.l.” ed ha annunciato di aver depositato una segnalazione all’Anac ed alla Corte dei Conti.
Secondo quanto affermato dall’esponente politico meloniano, “emergerebbero inoltre trasferimenti patrimoniali e spese extra budget non sorretti da contratti formalizzati o da istruttorie tecniche adeguate” ma è sull’aspetto occupazionali che Annino ritiene che vi siano delle criticità.
Il nodo delle assunzioni
“Almeno 90 contratti, ma solo 6 avvisi pubblici” attacca Annino, per cui “la gestione del personale è caratterizzata da opacità e criteri selettivi non pubblicamente verificabili. “In assenza di avvisi pubblici sul sito istituzionale del Comune e con solo pochi avvisi comparsi di recente sul sito Meser, risulterebbero effettuate almeno 90 assunzioni. Solo da gennaio 2025 – e solo dopo miei ripetuti solleciti – sono stati pubblicati sei avvisi online. È evidente come questa gestione alimenti seri dubbi sulla trasparenza, l’accessibilità e l’imparzialità delle procedure adottate”.
“L’amministratore unico figlio dell’assessore di Siracusa”
Il dirigente di FdI ed ex consigliere comunale di Melilli parla anche della Governance, per via della scelta del Comune di Melilli di indicare come amministratore unico l’avvocato Carlo Aloschi. “Ulteriore elemento critico riguarda la nomina dell’amministratore unico, che casualmente risulta essere figlio di un assessore Mpa del Comune di Siracusa” dice Annino che evidenzia un altro aspetto.
La parentopoli
“la presenza di parenti e conoscenti di politici locali tra gli assunti, configurando un sistema che, a suo dire, sembrerebbe orientato a logiche clientelari piuttosto che a criteri meritocratici. Non mi risulta che a Melilli qualcuno ricorda di aver mai visto un bando o un avviso pubblico per lavorare alla Meser”.






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