“Il Petrolchimico di Siracusa è una questione di sicurezza nazionale”. Lo ha detto a Siracusa Carlo Calenda a margine della presentazione del suo libro, La libertà che non libera,  intervenendo sulla crisi attorno alla Lukoil, la società proprietaria di due raffinerie a rischio crollo per via del blocco delle linee di credito  per l’acquisto di grezzo da altri paesi che non siano la Russia.

Al momento, infatti, lo stabilimento Isab Lukoil acquista petrolio dalla Russia ma dal 5 dicembre scatterà l’embargo alle impostazioni di petrolio.

“Petrolchimico è sicurezza nazionale”

“Per le macchine a benzina -ha detto Calenda- serve la raffinazione. Noi un giorno, spero il prima possibile, andremo con le macchine ad idrogeno, biocarburante o elettrico, ma oggi non è così. E noi non possiamo rimanerne sguarniti. E abbiamo capito una cosa: abbiamo un grado di autosufficienza minimo su alcune cose.  La raffinazione è una di queste. Questo è uno degli impianti più grandi che c’è in Europa e deve rimanere in piedi perché è una questione di sicurezza nazionale”

Ponte di Messina si ma…

In merito alla realizzazione del Ponte di Messina, Calenda ha detto di essere favorevole “ma prima si dovrebbero spendere quei 3, 4, 5 miliardi a secondo delle valutazioni che sono stanziati su infrastrutture e non si riescono a spendere perché se no noi parliamo sempre di cose futuribili e non facciamo mai quelle che dovremmo fare subito. Parliamo del ponte, facciamo partire il ponte, ma nel frattempo cominciamo a mettere a terra i soldi che già ci sono sulle strade”.

Critiche a Flat tax

Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha contestato la politica fiscale del Governo nazionale. Il senatore, nel corso del suo intervento a Siracusa per la presentazione del suo libro, ha criticato la flat tax

“Tutte queste flat tax – ha detto Calenda fanno sì che ci siano oggi in Italia piccole flat tax che rendono impari il trattamento. Su questo bisognerebbe lavorare. Armonizzare il trattamento fiscale per tutti quelli che lavorano: che uno lavori a partita Iva, o dipendente, se guadagna 30mila perché deve avere trattamenti fiscali diversi”