Non solo festa e cortei di auto a Pachino della comunità marocchina per lo storico traguardo della semifinale del Marocco nella Coppa del Mondo in Qatar dopo il successo con il Portogallo.
Ci sono stati anche degli episodi di violenza nel cuore del Comune del Siracusano, come denunciato dal presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Gambuzza.
“Lancio di bottiglie e liti” la denuncia del presidente del Consiglio
“Alle 23,11 identificandomi come Presidente del Consiglio ho chiamato la Polizia di Stato per un intervento immediato per una lite in piazza con lancio di bottiglie e macchine che schizzavano ad alta velocità, alle 23:43 attendiamo che arrivino le forze dell’ordine. Non è più necessario l’intervento ma chiederò alla sindaca di avere un appuntamento con il Prefetto di Siracusa. Pachino terra di nessuno” ha riferito l’esponente politico.
La paura dei residenti
Ma i residenti, come documentato da alcuni video, hanno denunciato altre liti in vari punti della città: alcuni hanno riferito di aver visto persone ubriache girare a torso nudo per le strade e per evitare di essere aggrediti si sono rintanati in casa. C’è stato anche il danneggiamento di un’auto, scalciata da un sostenitore del Marocco, completamente ubriaco.
La denuncia della sindaca sulla spirale della violenza
La denuncia del presidente del Consiglio comunale riapre una questione, sollevata nei mesi scorsi dalla stessa sindaca di Pachino, Carmela Petralito, sulla spirale di violenza che si registra da tempo a Pachino, senza distinzioni tra comunità straniera ed italiana.
Pestaggio ai danni di un migrante
Del resto, proprio a Pachino, un mese e mezzo fa, si è registrato un brutale pestaggio ai danni di un migrante, che lavora in una gelateria di Marzamemi, da parte di 4 italiani, che sono stati identificati e denunciati dai carabinieri della stazione di Pachino e della Compagnia di Noto. In quell’occasione, la sindaca, Carmela Petralito, aveva chiesto più attenzione delle forze dell’ordine a Pachino, sostenendo anche di avere scritto una lettera alla precedente ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese per evidenziare la gravità della situazione.
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