“La città di Siracusa si è schierata contro il trasferimento della tela del Caravaggio al Mart di Rovereto“. E’ il messaggio lanciato questa mattina da piazza Duomo dal Fronte del No, costituito da diverse associazioni, contrario al prestito del Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio – per il momento custodito nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, ad Ortigia –  per la mostra organizzata dal presidente del Mart, il critico d’arte Vittorio Sgarbi.

“A noi interessava – dice a BlogSicilia Paolo Giansiracusa, professore di storia dell’arte, uno dei leader del Fronte del No – la risposta della città. Riuscire ad avere dalla nostra parte gli intellettuali era un compito agevole, cosa diversa era coinvolgere la comunità siracusana, per questo abbiamo deciso di organizzare la manifestazione, da noi definita raduno di riflessione. Volevamo tastare il polso della città e devo dire che abbiamo ricevuto il mandato di proteggere il bene. Deve rimanere a Siracusa, d’altra parte contro il trasferimento si sono già schierati il sindaco, Francesco Italia, e l’Arcidiocesi di Siracusa”.

La tela, comunque, è destinata a finire a Roma per essere sottoposta a delle analisi, e non al restauro, da parte dell’Istituto centrale per il restauro. Un passaggio letto dal Fronte del No (composto dalle associazioni Dracma, Italia Nostra Sicilia, Bcsicilia, Comitato Ortigia sostenibile, SiciliAntica, ed Associazione Amici del Caravaggio) come una tappa strategica per il trasferimento al Mart di Rovereto dove, nel mese di ottobre, è in programma la mostra dedicata al Caravaggio. L’ultima parola spetta, comunque, al Fec, proprietario dell’opera, costola del ministero dell’Interno, e su di esso che sono esercitate le pressioni.

“Le analisi possono essere compiute – dice Paolo Giansiracusa – anche in loco, a Siracusa: ci sono imprenditori pronti a pagare le spese di noleggio delle strumentazioni necessarie. La tela  non necessita di restauro, come del resto ha svelato l’Istituto centrale del restauro ma quel che è necessario sono i lavori alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro dove il quadro dovrà essere custodito. La chiesa è umida e trasandata, da 50 anni si attendono interventi, per cui, va detto, occorrono milioni di euro. In questa direzione bisogna concentrare gli sforzi, il restauro deve riguardare l’ambiente in cui dovrà essere collocato il quadro, lo stesso dove Caravaggio ha realizzato un’opera magnifica”.