“Tempo Scaduto” è il titolo della mobilitazione, organizzata dalle associazioni di categoria, che si terrà domani alle 10 a Largo XXV Luglio, in Ortigia, per denunciare l’impennata dei costi dell’energia elettrica.
Associazioni di categoria in campo
Il commercio è uno dei settori più penalizzati, il caro bollette ha causato la chiusura di uno storico mercatino in via Necropoli Grotticelle, nella zona nord di Siracusa. Secondo i promotori dell’iniziativa, CNA, Confcommercio, Confindustria, Confcooperative, Casartigiani, CIA, Confesercenti, Confagricoltura, Copagri e Legacoop, si tratta di una prima azione che continuerà con la più ampia manifestazione regionale prevista per il 7 novembre a Palermo.
“Chiudere tutto nelle ore della protesta”
“Chiederemo alle imprese di partecipare e di chiudere anche simbolicamente nelle ore coincidenti con la manifestazione – dichiarano le associazioni promotrici dell’iniziativa – dall’inizio dell’anno le nostre imprese sopportano aumenti del costo dell’energia superiori al 300%.
L’appello al Governo
“Se il Governo non interverrà in maniera determinante, entro la fine del 2022 saranno prevedibili aumenti fino al 500%. L’enorme rincaro delle bollette nell’ultima parte dell’anno ha fatto schizzare la spesa rispetto al 2021 e il 95% delle imprese ritiene che il caro–bollette avrà un forte impatto sulla propria attività – proseguono – è dunque necessario un atteggiamento rinnovato sul tema, mettendo al centro azioni strutturali in grado di invertire la rotta che, diversamente, porterà al collasso l’intero sistema produttivo della Sicilia e del Paese”.
Presa di posizione dell’Anci Sicilia
Il Consiglio regionale dell’Anci Sicilia torna a ribadire la forte preoccupazione per i gravissimi effetti che si stanno determinando a causa dei rincari del costo dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua e chiede un intervento urgente al Governo nazionale e regionale affinché si eviti il default di imprese e istituzioni che renderebbe impossibile fornire servizi adeguati ai cittadini.
“Il caro bollette, oltre ad essere causa – spiegano dall’Anci Sicilia – della chiusura di un gran numero di imprese che si vedono costrette a licenziare i propri dipendenti con inevitabili e gravissime ricadute sul territorio e sulle famiglie siciliane già in difficoltà, mette in pericolo l’erogazione di servizi fondamentali come l’illuminazione pubblica, il trasporto locale o il riscaldamento delle scuole”
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