Il caro carburante, insieme alla guerra in Ucraina, è in cima all’agenda politica italiana. Con molte aziende in ginocchio, specie quelle dell’autotrasporto, il tema caldo è il prezzo di benzina e diesel, che continua a correre senza sosta.
Il vicepresidente della Commissione trasporti, il parlamentare siracusano, Paolo Ficara, ha chiesto, a nome del M5S, partito di cui fa parte e pezzo importante del Governo, alla Presidenza del Consiglio di predisporre delle misure immediate. 

“Rimodulare accise ed Iva”

“Bisogna anzitutto rimodulare le accise e ricalcolare l’Iva”, spiega il parlamentare siracusano che aggiunge: “Inoltre è necessario che si agisca anche su quelle aziende che in queste settimane stanno accumulando extra-profitti mai visti e creare un fondo ad hoc per sostenere in primis gli autotrasportatori ma senza dimenticare la sofferenza delle famiglie e delle imprese”.

Misure anti speculazione

“Inoltre serve una forte azione contro la speculazione in corso – continua Ficara – perché di quello si tratta. La domanda è rimasta costante mentre l’offerta è addirittura aumentata. Questa folle crescita dei prezzi è ingiustificata”.
“I cittadini sono basiti davanti ad una speculazione con pochi precedenti e il Paese rischia la paralisi se si fermasse l’autotrasporto. Le parole del ministro Cingolani sono state chiare, ma adesso servono azioni conseguenti e della stessa forza. I cittadini devono avvertire in questa fase la presenza al loro fianco dello Stato. Il governo non sia spettatore”, aggiunge il parlamentare nazionale del M5S, Paolo Ficara.
Infine, il deputato nazionale grillino ritiene necessario un nuovo scostamento di bilancio. “Anche su questo fronte, dal governo ci aspettiamo un approccio coraggioso”, conclude Ficara.

La posizione della Cna

Frattanto, i vertici di CNA Sicilia sollecitano il governo Musumeci a imprimere un’accelerazione nel pressing nei confronti dello Stato per ottenere parte delle accise generate dalla raffinazione petrolifera nazionale.
“Si tratta di una parte non indifferente che porterebbe nelle casse della Regione 9 miliardi di euro l’anno – affermano il presidente Nello Battiato e il Segretario Piero Giglione – un gettito significativo correlato al fatto che nell’Isola viene raffinato il 50% della produzione. Una fetta di queste risorse potrebbe essere destinata a ridurre proprio il prezzo dei carburanti in Sicilia.

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