Sull’aumento del costo del carburante il Codacons ha presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia (in Sicilia 9) e all’Autorità garante della concorrenza, chiedendo di indagare sugli abnormi rincari dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa e su possibili speculazioni in atto a danno di consumatori e imprese.

Lo ha annunciato l’associazione dei consumatori in una nota.

“In questi giorni i listini dei carburanti venduti presso i distributori sono letteralmente fuori controllo, con la benzina che in modalità self viaggia verso i 2,3 euro al litro e costa in media il 39,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il gasolio sale addirittura del +51,3%.  In alcune zone del paese i carburanti hanno già sfondato la soglia dei 2,5 euro al litro, come Ischia (2,629 euro/litro), La Maddalena (2,589 euro/litro) e Ventotene (2,579 euro al litro). Aumenti la cui entità non appare giustificata né dalle attuali quotazioni del petrolio, neéda riduzioni delle forniture sul territorio legate alla guerra in Ucraina, senza contare che benzina e gasolio venduti oggi presso i distributori sono stati acquistati mesi fa, a prezzi sensibilmente inferiori”, ha spiegato il presidente Carlo Rienzi.

Sul fronte politico, Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha affermato: “In questo momento la priorità è dare risposte alle famiglie, imprese italiane e lombarde. La prima cosa da fare secondo noi è il taglio delle accise sulla benzina cosa che non comporta alcun danno all’erario”.

Duro il commento di Luigi De Magistris, ex presidente della Regione Campania: “Con tasse su energia e benzina stanno facendo un prelievo forzoso nelle tasche degli italiani per colmare il fallimento delle politiche economiche del governo Draghi ed ora anche per finanziare le armi invece che pace e diritti. Eticamente e politicamente distanti.”

Quanti sono le accise sulla benzina?

Il costo del carburante in Italia è gravato da 19 accise ((imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo) e dall’IVA al 22%, quindi il 64% del prezzo totale.

L’elenco delle accise:

  • finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935 – 1936) – 0,000981 euro;
  • finanziamento della crisi di Suez (1953) – 0,00723 euro;
  • ricostruzione post disastro del Vajont (1963) – 0,00516 euro;
  • ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro;
  • ricostruzione post terremoto del Belice (1968) – 0,00516 euro;
  • ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) – 0,00511 euro;
  • ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980) – 0,0387 euro;
  • finanziamento missione Onu in Libano (1982 – 1983) – 0,106 euro;
  • finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) – 0,0114 euro;
  • rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) – 0,020 euro;
  • acquisto autobus ecologici (2005) – 0,005 euro;
  • ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009) – 0,0051 euro;
  • finanziamento alla cultura (2011) – 0,0071;
  • finanziamento crisi migratoria libica (2011) – 0,040 euro;
  • ricostruzione post alluvione Toscana e Liguria (2011) – 0,0089 euro;
  • finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) – 0,082 euro;
  • ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012) – 0,024 euro;
  • finanziamento del “Bonus gestori” (2014) – 0,005 euro;
  • finanziamento del “Decreto fare” (2014) – 0,0024.

 

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