I giudici della Corte di Cassazione hanno annullato con rinvio la misura cautelare nei confronti del sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato, indagato per falsità ideologica per induzione commessa dal pubblico ufficiale e abuso d’ufficio.

Il braccio di ferro legale tra Procura e difesa

Nei mesi scorsi, i giudici del Riesame di Catania avevano accolto il ricorso della Procura di Siracusa alla revoca del divieto di dimora per il sindaco disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa.

La difesa di Parlato, rappresentata dall’avvocato Ezechia Paolo Reale, dopo il pronunciamento del Riesame, aveva presentato istanza in Cassazione, congelando, di fatto, la misura cautelare  ed ora con la decisione dei giudici della Suprema corte, il sindaco è blindato. Il procedimento tornerà al Riesame che dovrà esprimersi ancora una volta.

La sospensione e la revoca

Parlato fu sospeso dalla carica di sindaco per effetto della legge Severino e costretto, contestualmente, a risiedere in un altro Comune. Nelle settimane successive, il gip revocò la misura cautelare, per cui poté tornare alla guida della città montana del Siracusano ma la Procura presentò ricorso in Appello.

“Falsificata nomina Revisore dei conti”

In merito all’inchiesta, secondo quanto emerge nelle indagini della Procura il primo cittadino sortinese, nel mese di ottobre 2020, avrebbe falsificato l’esito della procedura selettiva per la nomina del revisore contabile del Comune, che dev’essere svolta mediante sorteggio secondo quanto previsto dalla normativa regionale.

Urna taroccata

Inoltre, l’analisi del video della seduta consiliare durante la quale si tenne il sorteggio avrebbero svelato come il sindaco, chiamato ad estrarre il bigliettino dall’urna, avesse già un foglietto bianco tra le mani.

Le immagini su Facebook

Una volta inserito il braccio nel bussolotto, ne avrebbe estratto uno identico per colore, forma e dimensioni rispetto a quello tenuto in mano

Il biglietto contestato

Secondo le Fiamme gialle il bigliettino estratto sarebbe stato stampato su una tipologia di carta differente rispetto a tutti gli altri e la cifra impressa sullo stesso presentava un carattere diverso.

Vince una consulente con altri incarichi

Il numero sorteggiato, inoltre, nella tesi degli inquirenti, corrispondeva ad una partecipante, che, tra gli oltre duecento candidati alla selezione, sarebbe stata l’unica già assegnataria di incarichi affidati dal primo cittadino negli anni precedenti, anche a titolo fiduciario.

Condannato dalla Corte dei Conti

Per una di queste nomine, il sindaco era già stato condannato dalla Corte dei Conti di Palermo al risarcimento di un danno erariale di oltre 30.000 euro, in quanto affidata in violazione di legge.