Il Gip del Tribunale di Siracusa ha revocato le misure cautelari nei confronti di  Corrado Lentinello, Rachele Rocca, i due consiglieri comunali di Portopalo arrestati dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta per tentata concussione della Procura di Siracusa.

Il pm si è opposto alla liberazione

I due erano ai domiciliari dal 2 febbraio e la settimana scorsa si sono dimessi dalla carica politica, per cui il difensore, l’avvocato Giuseppe Gurrieri, ha presentato istanza per la loro liberazione a cui, però, si è opposta la Procura di Siracusa, che ha coordinato l’inchiesta dei militari di Siracusa.

L’altro indagato

Le dimissioni da consiglieri hanno agevolato la revoca della misura cautelare, del resto, nelle settimane scorse, il Tribunale del Riesame aveva respinto il ricorso del legale, accogliendo, però, quello del terzo indagato, Antonino Rocca, padre di Rachele Rocca, ed ex consulente del sindaco di Portopalo. Una decisione presumibilmente motivata dal fatto che quest’ultimo non aveva ormai alcuna carica in seno al Comune di Portopalo, per cui il pericolo dell’inquinamento delle prove o della reiterazione del reato non sussisteva più.

Le accuse degli inquirenti

Per l’accusa, i tre avrebbero fatto pressioni nei confronti alcuni imprenditori, le cui aziende avevano ottenuto dal Comune di Portopalo dei lavori, per ricevere dei favori, tra cui assunzioni di persone vicine agli indagati e soldi. Ed a supporto di questa ricostruzione, gli inquirenti hanno in mano le dichiarazioni delle presunte vittime e le intercettazioni telefoniche.

La difesa

I due consiglieri comunali, con Lentinello che ha rivestito il ruolo di assessore, Rocca, invece, è stata vicesindaco, e l’ex consulente del sindaco hanno sempre negato le accuse come ribadito nel corso degli interrogatori di garanzia che si sono tenuti al palazzo di giustizia di Siracusa.

Documenti, chat e messaggi a sostegno degli indagati

Secondo la tesi degli esponenti politici e dell’ex consulente del sindaco, vi sono chat, messaggi vocali ed altri documenti, depositati in una memoria, che, a loro parere, li scagionerebbe dagli episodi loro contestati.

Le denunce del sindaco

Come hanno fatto sapere i carabinieri, l’indagine è partita a settembre 2020 a seguito delle dichiarazioni del sindaco, Gaetano Montoneri, che aveva segnalato possibili episodi di concussione. Lo stesso primo cittadino, però, nelle ore successive agli arresti, nel corso di una conferenza stampa, aveva precisato di non aver fatto mai nomi.

 

 

 

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