• Sfogo di un imprenditore della ristorazione siracusano
  • Le riaperture fino alle 22 rischiano, a suo avviso, di favorire gli assembramenti
  • Penalizzate le attività che non hanno posti all’esterno

Il coprifuoco legato alle riaperture delle attività penalizzate dalla pandemia aumenterà gli assembramenti invece che annullarli. E’, in sintesi, l’analisi di un imprenditore della ristorazione di Siracusa, Alessandro Spadaro, con alle spalle un’esperienza amministrativa, essendo stato assessore comunale di Siracusa, sul tema delle riaperture fino alle 22.  Riaperture dal 26 aprile ma solo per quei territori in fascia gialla e non arancione, come la Sicilia, che, dunque, dovrà attendere ancora.

Aperture e coprifuoco

“Aprire solo all’aperto e fino alle 22, indiscriminatamente – dice a BlogSicilia l’imprenditore – tutte le categorie che erroneamente dal precedente governo Conte a questo vengono considerate “servizi della ristorazione, avrà un effetto devastante in termini di assembramenti (se questi sono quelli da evitare?) e di massima concentrazione di persone in una fascia oraria molto ristretta”.

Crollo dell’asporto

“Inoltre, questo tipo di provvedimento, farà crollare – aggiunge – la poverissima economia legata all’asporto per i locali che non hanno posti all’esterno. Siamo alla follia. Bisogna togliere il coprifuoco per allungare i tempi di servizio, consentire l’apertura anche nei locali al chiuso con i protocolli esistenti su distanze e misure di sicurezza anti covid19”.

Il caso Autogrill

L’imprenditore siracusano evidenzia le disuguaglianze tra operatori economici. “Tutti gli esercizi commerciali sono aperti, negli autogrill puoi consumare al tavolo, aerei pieni di gente, trasporti pubblici idem, scuole aperte e il problema è stare seduti al ristorante con tutte le precauzioni del caso?” spiega a BlogSicilia Spadaro.

Gli alberghi

“Altra cosa che fa emergere quanto siano – dice l’imprenditore della ristorazione di Siracusa –  confusi i nostri legislatori, negli hotel si può cenare senza nessuna limitazione di orario, quindi un mega villaggio può fare cenare 2000 persone in tavoli da 4 senza problemi e limiti di orario e la trattoria “Italia” con 15 posti a sedere deve rimanere chiusa a cena. E i turisti – conclude Alessandro Spadaro – non possono andare a cena fuori se la struttura che li ospita non ha ristorante interno. Pazzie”