Osserveranno la quarantena in provincia di Siracusa 50 nomadi di etnia rom che, dopo essere giunti dalla Calabria, sono stati bloccati e trasferiti temporaneamente in un albergo alle periferia di Messina. Alcuni di loro hanno dormito nelle camere della struttura, altri, invece, hanno preferito trascorrere la notte nella loro roulotte. Durante questo breve soggiorno non sono mancati i momenti di tensioni: una donna  avrebbe anche minacciato di lanciarsi nel vuoto per mettere pressione alle autorità e consentire ai nuclei familiari di fare rientro in alcuni Comuni della provincia di Siracusa, dove la comunità nomade ha una presenza abbastanza massiccia.

Secondo una prima ricostruzione, le famiglie nomadi, che si trovavano nei giorni scorsi in Calabria, avrebbero deciso di andare in Sicilia, nel Siracusano in particolare,  ma dopo le polemiche sugli ingressi a Messina, accese dal presidente della Regione, Nello Musumeci, contrario a nuovi esodi nell’isola, e dal sindaco di Messina, Cateno De Luca, denunciato dal ministro Lamorgese per vilipendio, sono rimasti nella città peloritana. In attesa che venisse chiarita la loro situazione, le autorità hanno pensato di isolarli in quella struttura alberghiera, poi la situazione si è sbloccata, come per tanti altri provenienti da Villa San Giovanni, per cui i nomadi hanno avuto il via libera.