“Un fantasma si aggira per Siracusa, è il fantasma del voto disgiunto”. La parafrasi dell’incipit del manifesto del partito comunista, l’opera di Marx ed Engels, sembra essere calzante in proiezione del primo turno delle elezioni amministrative che si terranno a Siracusa il 28 ed il 29 maggio.

Che cosa è il voto disgiunto

Il voto disgiunto, cioè la possibilità per un elettore di votare per un candidato al Consiglio comunale e contemporaneamente  indicare il candidato sindaco di un’altra coalizione, è il vero terrore del Centrodestra siracusano, che, come sostenuto dallo stesso presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, punta a chiudere subito, al primo turno, la partita del sindaco.

Il vero avversario del Centrodestra

Forse, è questo l’avversario di Ferdinando Messina, alfiere della coalizione moderata che può contare, al momento, su 7 liste: Forza Italia, il suo partito, Mpa, nuova Democrazia cristiana, Fratelli d’Italia e tre liste civiche, tra cui Insieme, Laboratorio civico e Siracusa protagonista con Vinciullo.

Per vincere nella prima tornata elettorale, è necessario che il candidato sindaco ottenga il 40% delle preferenze e dal numero delle liste a suo sostegno Ferdinando Messina è l’unico tra i 10 in corsa che può ambire ad arrivare a palazzo Vermexio senza passare dal ballottaggio.

Il precedente delle elezioni del 2018

Il precedente, però, non è molto entusiasmante: nel 2018, la coalizione del Centrodestra era piuttosto forte, con tante liste, capaci di raggiungere oltre il 45% di consensi portando a casa oltre 20 mila voti. Il candidato sindaco era l’avvocato penalista, Ezechia Paolo Reale, ex assessore regionale, molto noto in città anche perché nel 2013 si candidò a sindaco, perdendo al ballottaggio contro Giancarlo Garozzo, che si ripresenta in questa tornata elettorale.

Candidato del Centrodestra sotto il 40%

Reale, nel 2018, raggiunse il 37,09% di preferenze (con poco più di 16 mila preferenze) che lo costrinse a giocarsela, nel secondo turno con Italia, arrivato distante al primo turno ma capace di sconfiggere nel testa a testa Ezechia Paolo Reale. Il voto disgiunto interessò anche le altre coalizioni ma fu determinante per il Centrodestra che, come da tradizione, è più forte nel primo round.

I franchi tiratori e le rivelazioni

Da capire se il voto disgiunto nel 2018 fu “strutturato”,  i franchi tiratori potrebbero aver giocato un ruolo decisivo in quella partita elettorale. Secondo fonti politiche del Centrodestra, “Reale perse per questo motivo, del resto alcuni voti andarono su altri candidati, come l’attuale sindaco Francesco Italia”.

La campagna elettorale del Centrodestra, per le elezioni  di maggio, non è iniziata benissimo: ci sono state le defezioni dell’ex assessore regionale Edy Bandiera, di Mario Bonomo, dimessosi dal ruolo di coordinatore del Mpa ed ora insieme allo schieramento civico di Giancarlo Garozzo e poi ci sono i mal di pancia del Mpa.

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