“La Fondazione Inda continuerà la produzione e rappresentazione dei testi della  drammaturgia classica al teatro Greco di Siracusa pagando un canone adeguato”.

Lo afferma il parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata, in merito all’allarme legato al rischio di far saltare le rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa a causa dell’aumento del canone di concessione disposto dalla Regione a carico della Fondazione Inda, gestore degli spettacoli nell’antica cavea siracusana, che si tengono da 101.

I costi per la Fondazione Inda

Se un anno fa, la Fondazione Inda, che gestisce gli spettacoli nell’antica cavea di Siracusa, pagava alla Regione, proprietaria del sito, 150 mila euro, dal 2024 il costo è schizzato in modo esponenziale, toccando la quota di 700 mila euro, così ripartiti: 340 mila euro come canone per la concessione d’uso, circa 200 mila euro come percentuale sui biglietti, ed altri 170 mila euro sotto forma di canone per servizi da versare nelle casse del Comune di Siracusa.

Per la Fondazione Inda sono costi proibitivi, peraltro la Regione assegna allo stesso ente un contributo di circa 775 mila euro, per cui, conti alla mano, quello che l’amministrazione dell’isola versa all’ente se lo riprende con i costi di concessione.

“Modifica della legge”

“Mi sono interessato personalmente della vicenda con il Governo nazionale e il ministro Sangiuliano, con il presidente Schifani, l’assessore Scarpinato e il dirigente dell’assessorato ai Beni culturali Mario La Rocca ed è stata concordata una modifica della legge a livello regionale. Se sarà attraverso l’emendamento annunciato dal nostro deputato Carlo Auteri, che si è subito attivato, o direttamente dal Governo sarà ancora da vedere, ma troveremo soluzioni che diano certezza al nostro fiore all’occhiello”.

“La stagione è salva”

“La stagione è assicurata, non c’è alcun pericolo – conclude Cannata – e potremo avere ancora spettacoli straordinari grazie a una fondazione motore di cultura e di richiamo turistico per il nostro territorio. Continuerò a battermi perché la Fondazione Inda, proprio per la straordinaria attività che svolge per fini istituzionali, sia esentata da qualsiasi pagamento ma in ogni caso il canone dovrà essere rapportato a quanto corrisposto in passato.”