Convocare un tavolo nazionale, con il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, per salvare il Petrolchimico di Siracusa al centro di una crisi irreversibile.

La richiesta è del segretario regionale di Articolo Uno, Pippo Zappulla, dopo gli allarmi lanciati nei giorni scorsi del deputato regionale della Lega, Giovanni Cafeo, che, dopo la notizia della rinuncia di Lukoil alla realizzazione di un termovalorizzatore, ha paventato l’uscita, entro due anni, del colosso russo che detiene due raffinerie di petrolio, ricadenti nella zona industriale di Siracusa.

Le cause della crisi

L’addio di Lukoil sembra davvero probabile a seguito della decisione del Governo italiano di chiudere alla vendita di auto alimentato da carburante fossile a partire dal 2035. Per cui, che senso avrebbe per il colosso russo continuare ad investire nella raffinazione? Da qui, l’idea di una riconversione delle attuali produzioni nel Petrolchimico, solo che non ci saranno i fondi  del Pnrr a disposizione, visto che l’Europa ha svoltato per l’energia verde.

“Servono fondi per la riconversione”

“Per realizzare la riconversione ambientale e produttiva ci vogliono progetti concreti e con tempi certi di realizzazione, urgono  tante risorse  private delle grandi imprese  ma anche ingenti  fondi  pubblici e al Governo il compito comunque  di individuarle e metterle a disposizione” dicono il segretario regionale di Articolo Uno, Pippo Zappulla ed il segretario provinciale di Siracusa, Antonino Landro.

A rischio 8550 lavoratori

Per il segretario regionale di Articolo 1 “8.500 lavoratori e rispettive famiglie, un’intera fetta dell’economia provinciale e siciliana  non possono  essere trattati come figli di un dio minore. Al  Ministro Giorgetti bisogna dire che qui , nel siracusano e in Sicilia, abbiamo acquisito anche  sulla pelle di tanti lavoratori  una coscienza ambientale insieme a quella produttività di tale rilievo professionale e manageriale  da consegnarla  alla migliore  cultura industriale e  competitiva dell’intero Paese”.

“E i primi a dirglielo devono essere quanti a vario titolo rappresentano la Lega a Siracusa e in Sicilia. Dimenticano, infatti, che loro stanno al Governo Regionale e che il Ministro competente è uno dei massimi esponenti della Lega. Quindi meno strumentalizzazioni e più concrete azioni per salvare la nostra area industriale.”