“La scommessa di dare al pubblico uno spettacolo puro fatto di recitazione e parola mi rende ancora più orgoglioso di aver vinto questi riconoscimenti”. A raccontarlo con infinita gioia ed emozione è Dario Battaglia, attore siciliano che ha conquistato la platea del Teatro greco di Siracusa durante l’Edipo Re di Sofocle diretto da Robert Carsen. All’artista, che ha ricoperto il ruolo di secondo messaggero, sono stati conferiti dei premi in seguito alla sua interpretazione magistrale. Il primo è dell’Assostampa ed è il Premio Artisti di Sicilia e il secondo il Premio Claudio Nobis come Migliore attore Under 35 della stagione 2022 con una borsa di studio per la formazione teatrale.

Dario Battaglia: tra Siracusa e Roma

A distanza di sei anni è tornato nel solenne Teatro greco; ha studiato lì dal 2013 al 2016 presso l’Accademia D’Arte del Dramma Antico dell’INDA di Siracusa. “Sono stato qui l’ultima volta nel 2016 per la consegna del diploma. Tornare con uno spettacolo che ha riscosso questo incredibile successo è stato bellissimo. Come la gente che ti ferma per strada e ti ringrazia per quello che ha visto”. Secondo l’attore, la magia di questa rappresentazione è stata possibile grazie alla capacità indiscussa del regista Robert Carsen, di “portare il teatro in una direzione di fruizione libera del pubblico. Ricordo ancora il primo giorno di prove quando il maestro ci ha detto che la nostra missione è quella di far sì che il pubblico possa sentire Edipo Re di Sofocle avendo rispetto del testo e del luogo straordinario in cui ci troviamo”.

“Sono esattamente dove volevo essere”

Era un adolescente quando è entrato nel mondo dei testi greci. “Mi trovavo al Festival di Palazzolo Acreide. Lì vari istituti si radunano per mettere in scena dei testi classici e nel pomeriggio si andava al teatro a vedere. Era un’iniziativa organizzata dall’INDA”. Quando ha compiuto vent’anni ha deciso di rivoluzionare la propria vita. “La mia maestra mi ha incitato a fare i provini e dopo ho frequentato 3 anni di Accademia. Successivamente mi sono trasferito a Roma per la scuola di perfezionamento del Teatro Nazionale”. Adesso a 29 anni, ha collezionato tantissime esperienze. “Sono esattamente nel posto dove volevo stare dieci anni fa”.

Il teatro dopo il Covid

Il teatro torna a vivere anche dopo due anni di passi indecisi fatti di distanziamento, norme sanitarie restrittive e timori costanti. Tutti i cambiamenti hanno fatto sì che questa dimensione artistica si adattasse a schemi assolutamente diversi e insoliti. “Questo è stato un grande handicap perché non si sono messi più in scena i grandi testi che prevedono un ensemble molto più ricco. Carsen adesso ha portato avanti uno spettacolo con più di 90 persone tra i protagonisti e il coro formato da attori professionisti e allievi: è stato un valore aggiunto da un punto di vista umano. Questo Edipo Re è stato come una rinascita”.

Nonostante sia una forma d’arte versatile, essersi trovati per tanto tempo senza pubblico è stato un brutto colpo per gli artisti. Per Dario è stato sia qualcosa di curioso, ma anche di estraniante. “La prima volta che sono salito sul palco senza pubblico durante la pandemia è stato a Firenze per uno spettacolo diretto da Federico Tiezzi con il supporto dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze per i costumi. Il progetto era pensato per una ripresa video, infatti è stata posizionata una camera in scena. L’idea che il teatro si sia adattato a nuove forme di linguaggio è stata molto difficile da immaginarsela, però è un’arte con una forza tale da trovare la sua via, rinnovarsi e migliorarsi”.