Un detenuto, recluso nel carcere di Augusta, è morto per un arresto cardiaco, come riferisce la segreteria provinciale del Sippe, un sindacato di Polizia penitenziaria.

Chi era la vittima

La vittima stava scontando la pena dell’ergastolo per omicidio e nelle ore scorse avrebbe avvertito un malore, che poi non le ha dato scampo. I riflettori si sono accesi sui soccorsi, da verificare se il detenuto si sarebbe potuto salvare se curato in modo tempestivo ma lo stesso Sippe svela, anche se non è la prima volta, il numero insufficiente di agenti in turno.

“Un agente per 4 sezioni”

“Purtroppo ci comunicano di un altro decesso alla Case di reclusione di Augusta avvenuto stanotte e sembrerebbe per arresto cardiaco. Rammaricati per quanto successo ma pare che c’era solo un collega che doveva vigilare 4 sezioni. Ci domandiamo tutto ciò è normale? Però sicuramente adesso subito alla caccia dell’anello più debole, così come avviene alla Casa di reclusione di Augusta anche nel più piccolo evento critico che ci sia”.

Le relazioni difficili

Il Sippe rilancia la questione della difficoltà dei rapporti, ormai logorati da tempo, tra una buona fetta dei sindacati e l’amministrazione penitenziaria. Rapporti esacerbati da uno scontro legale tra uno dei sindacalisti ed il Dap, con quest’ultimo condannato dal giudice del Tribunale del lavoro di Siracusa per comportamento anti sindacale.

“In un istituto quando non c’è sinergia tra il personale, sindacati e vertici i risultati purtroppo non potranno mai essere positivi. La tragedia può avvenire ovunque però riteniamo che la prevenzione sia la miglior cura e non la repressione che rende deboli solo chi la effettua” conclude il Sippe.

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