vertenza a pachino

Dipendenti del supermercato a rischio licenziamento, intesa per salvare i posti di lavoro

  • Vertice al Comune di Pachino sul futuro di 30 lavoratori di un supermercato
  • Ci sono state rassicurazioni da parte dei commissari
  • Trovata una soluzione

Filtra ottimismo sul futuro dei 30 lavoratori del supermercato Crai di Pachino dopo l’incontro di stamane  tra i commissari del Municipio ed il segretario provinciale della Filcams Cgil, Alessandro Vasquez.

La vicenda

Questi dipendenti, di cui 15 con il contratto a tempo indeterminato, rischiano di finire in mezzo ad una strada dopo la decisione dello stesso Comune di disporre lo sgombero dell’immobile dove è ricavato l’attività economica in quanto l’area non ha una destinazione d’uso commerciale ma agricola.

Il proprietario dell’immobile, che non è il gruppo Crai, ha prima presentato ricorso al Tar e poi al Cga che si esprimerà il 15 dicembre, rigettando, però, la richiesta di sospensiva.

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La Cgil: “Abbiamo avuto rassicurazioni”

“Abbiamo ricevuto – dice il segretario provinciale della Filcams Cgil, Alessandro Vasquez –  rassicurazioni importanti, segno anche della sensibilità che come vicari nelle prefetture, i commissari volgono al tema occupazione e della sua salvaguardia. Per noi è di fondamentale importanza , che non venga aperta nessuna procedura di esubero del personale che invece lo sgombero immediato dei locali comporterebbe”.

Una nuova area

Nel corso dell’incontro è emersa un’opzione che potrebbe garantire la sicurezza del posto di lavoro: una nuova area, a Pachino, in cui trasferire il supermercato.

“Abbiamo inoltre appreso la data ormai prossima –  afferma dice il segretario provinciale della Filcams Cgil, Alessandro Vasquez – della conferenza di servizio che dovrebbe autorizzare la proprietà dell’azienda ad edificare un nuovo punto vendita che mantenga i parametri occupazionali e gli standard ricercati dal gruppo Radenza. Per noi della CGIL, raggiungere – conclude il sindacalista della Cgil – risultati importanti nei comuni più isolati e difficili, è motivo di orgoglio e stimolo per accrescere ancora di più il proselitismo tra i lavoratori e le lavoratrici del settore.”

 

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