Oltre 60 sindaci, tra cui molti siciliani, aderenti all’Anci hanno deciso di scrivere al presidente del Consiglio Giuseppe Conte inviando, attraverso una lettera, un piano per consentire da un lato di sostenere le attività commerciali e dall’altro di aiutare i Comuni. Perché, entrambi sono strettamente connessi: se le aziende muoiono,  per le amministrazioni non ci saranno entrate derivanti dalle imposte locali e questi mancati incassi si riverbereranno sul finanziamento degli altri servizi, scuole e politiche sociali. Insomma, secondo i sindaci questa Fase 2 manca ancora di dettagli imporanti.

“Occorre prevedere un ristoro completo ai Comuni – scrivono i sindaci al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – delle mancate entrate da Tosap/Cosap, Ipt, Tari e tassa di soggiorno dovute alla chiusura forzata delle attività e, in generale, la messa a disposizione di risorse che possano consentire alle amministrazioni di attivare politiche di sostegno alle attività produttive quali, ad esempio, l’esonero completo dal pagamento delle stesse anche per la fase 2 e il supporto per il pagamento degli affitti”.

“Inoltre, serve ridurre/azzerare l’Imu per i locali commerciali, alberghieri e extralberghieri di proprietà – con possibilità di ristoro per l’Ente con le risorse nazionali di cui sopra –  da subordinare, nel caso di locali in affitto, ad una riduzione volontaria dei canoni da parte dei proprietari dei locali. Ed ancora,prevedere contributi diretti per le spese di sanificazione dei locali commerciali,  identificare semplificazioni amministrative che possano velocizzare al massimo la riattivazione delle attività nella nuova configurazione consentita dal distanziamento sociale in fase 2, quali ad esempio quelle relative alla modifica del layout dei locali, all’occupazione di suolo pubblico e all’allargamento dei dehors; attivare misure di supporto specifiche per gli operatori del commercio ambulante;prevedere la defiscalizzazione, con aliquote Iva differenziate, per gli esercizi commerciali che si trovano in particolari zone a rischio desertificazione”.

Ed infine, “la concessione a titolo gratuito, con ristoro all’ente locale delle risorse non incassate tramite fondo nazionale specifico, del titolo di occupazione – scrivono i sindaci al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – del suolo pubblico per bar e ristoranti almeno nella stagione estiva, con contestuale ampliamento delle aree dove è possibile installare dehors, tavolini  per garantire le regole di distanziamento sociale”. E “l’allargamento e sviluppo tecnologico e funzionale di piattaforme digitali georeferenziate (marketplace) per permettere a tutti i cittadini di individuare agilmente le piccole attività commerciali, della ristorazione e di servizio della propria zona che effettuano consegne a domicilio/da asporto e servizi aggiuntivi la promozione di forme di aggregazione fra operatori (anche con il supporto pubblico) dei servizi di logistica, approvvigionamento e promozione territoriale; lavorare a politiche di marketing territoriale che vedano l’artigianato e il commercio e i loro prodotti come componente del patrimonio culturale del Comune”.

“Abbiamo deciso di aderire all’iniziativa dell’Anc – ha detto l’assessore alle Attività produttive di Siracusa – Cosimo Burti – perché i comuni, sono da sempre le istituzioni più vicine al cittadino e, conoscendo bene il tessuto economico del territorio, sanno come muoversi per dare i giusti strumenti normativi ed economici straordinari per sostenerli nella ripresa, che senza gli opportuni accorgimenti, sarà inevitabilmente lenta e piena di difficoltà”.

 

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