Il Tribunale di Siracusa ha assolto perché il fatto non sussiste l’autista di un’ambulanza del 118 finito sotto processo in quanto accusato di aver fornito informazioni sensibili all’agenzia di pompe funebri della famiglia Crapula.

La vicenda

Secondo la tesi dell’accusa, l’uomo, “al fine di procurare un ingiusto profitto patrimoniale”  avrebbe svelato la presenza di persone in codice rosso, tra cui in fin di vita, per consentire a quell’agenzia, “Il Fiorista”, gestita da Desirèe Crapula, di battere la concorrenza sul tempo.

L’indagine difensiva

Dopo una lunga attività istruttoria, tutti i testimoni ascoltati sia dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Antonino Campisi e Paolo Sirugo,  sia dall’accusa hanno affermato che nessun dipendente del 118, tra cui l’imputato ha mai comunicato all’agenzia funebre quelle informazioni.

“I parenti delle vittime si erano rivolte ad altre agenzie”

Non solo, da quanto risulta da una indagine difensiva svolta dagli avvocati Campisi e Sirugo, è stato dimostrato che ” G.L. autista del 118 nel periodo inerente la contestazione dei suddetti reati non aveva prestato soccorso ed assistenza a soggetti che si trovavano in gravissime condizioni di salute, anzi dal registro delle persone decedute che prima erano transitati al pronto soccorso, si evince che i parenti degli stessi si erano rivolte ad altre agenzie di pompe funebri presenti ad Avola” spiegano i due avvocati difensori.

Al termine della requisitoria, il pm della Procura di Siracusa, ha  avanzato richiesta di assoluzione

Assoluzione per un altro autista di un’ambulanza

Il giudice del Tribunale di Siracusa, Liborio Mazziotta, ha assolto perché il fatto non costituisce reato Luigi Durelli, 52 anni, conducente di un’ambulanza, finito sotto processo per omicidio stradale a seguito della morte di un motociclista, Fortunato Marino, avvenuta nel maggio del 2019.

Una tragedia nella tragedia perché la vittima, 54 anni, dipendente dell’agenzia delle Entrate, era tra gli organizzatori di una gara ciclistica, a Canicattini Bagni, nel Siracusano, intitolata al padre scomparso.

La ricostruzione

Secondo quanto emerso nelle indagini, l’imputato, difeso dall’avvocato David Buscemi, avrebbe schivato un ciclista che sarebbe caduto durante la gara per evitare di travolgerlo ma il motociclista, da dietro, non avrebbe fatto in tempo a frenare o a cambiare direzione.