E’ un vero caos il sistema carcerario nel Siracusano, stando alle denunce dei sindacati che indicano condizioni di sicurezza precarie sia per gli agenti sia per gli stessi detenuti, spesso in preda all’esasperazione. Appena un mese e mezzo fa due detenuti, entrambi ristretti nel carcere di Augusta, nel Siracusano, sono deceduti in ospedale, a distanza di un mese l’uno dall’altro, per le conseguenze di uno sciopero della fame.

Le aggressioni nel carcere di Noto

A Noto, la situazione è incandescente, e non per il caldo, ma per l’ambiente che si respira in quella che una volta era una struttura modello.  Due detenuti, secondo quanto fatto sapere dal Sippe, un sindacato di Polizia penitenziaria, hanno picchiato altrettanti sorveglianti che sono stati costretti a fare ricorso alle cure dei medici, essendo stati colpiti in pieno volto.

“Come vogliamo chiamare tutto questo? Carezze, scambio di opinioni?” si chiede in modo sarcastico il segretario provinciale del Sippe, Salvatore La Rocca, che bacchetta il Governo Meloni  a cui chiede un’immediata riforma del sistema della Polizia penitenziaria che si tradurrebbe in maggiori strumenti di difesa in caso di aggressioni.

Violenza in Tribunale

Un altro caso di violenza si è registrato in Tribunale, a Siracusa. Secondo quanto sostenuto dai sindacati, un detenuto, scortato per presenziare ad un’udienza, non solo si sarebbe rifiutato di entrare in aula, nella postazione dedicata agli imputati ristretti in carcere, ma anche di salire a bordo del mezzo che avrebbe dovuto riaccompagnarlo nel penitenziario di Noto. Ne ha fatto le spese un agente penitenziario che è stato colpito dal recalcitrante detenuto.

Sindacati contro direttore del carcere di Augusta

Nel carcere di Augusta si sta consumando l’ennesimo scontro tra una buona fetta dei sindacati, Sinappe, Uilpa, Uspp, Fns Cisl ed Fp Cgil, e la direzione carceraria. Motivo della polemica: la mancata applicazione del Protocollo di intesa locale e regionale che, sostanzialmente, regola i rapporti all’interno della struttura. Le organizzazione hanno scritto una lettera al Provveditore dell’amministrazione penitenziaria per la Regione Sicilia, Cinzia Calandrino.

“Chiediamo un suo autorevole intervento e ci riserviamo ulteriori azioni democratiche, ma di protesta nei confronti di una Direzione che sottoscrive tutto, ed applica il contrario di tutto, per volontà personale o pressioni interne, poco importa. Il Direttore al di là di tutto ne è comunque responsabile perché Dirigente Superiore e rappresentante Diretto dell’Amministrazione” si legge in uno stralcio della lettera.

 

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